SZCZESNY 7 Se la Juventus continua a fare 3 punti a partita senza prendere reti, questa volta è grande merito del polaccone celestino. Ad inizio 2° tempo devia sulla traversa un tiraccio di Calhanoglu, ma soprattutto chiude la saracinesca davanti a Lautaro, praticamente smarcato da una “ciofeca” a metà campo di Adrien “les chignonnaise”. Poteva essere il pareggio dei prescritti, favoriti dal V.A.R. stranamente funzionante quando c’è da favorire i “pupilli” del Presidente di federazione (minuscolo per evidenti motivi). E fanno 4 gare senza goal presi…
DANILO 7,5 Lo spirito juventino di sempre: “la vittoria del forte che ha fede”. Dirige la difesa come lo pseudocapitano non imparerà mai. Usa tutti i mezzi, dalla testa al sinistro, al destro e pure altro, ma da lui non si passa. Subisce l’ennesima spaccata del capello in quattro, 18a regola aggiunta alle altre 17 sul “regolamento del giuoco del calcio”: se la Juve raddoppia, trovare il modo o di riffa o di raffa per annullare il goal. Regola applicata già contro la Roma e da ripetere alla bisogna. Non era forse fallo di Devrij che teneva il braccio di Danilo? Quandomai, le disposizioni sono altre…
BREMER 8 Se qualcuno avesse rilevato qualche sbavatura, è pregato di comunicarmelo, perché per me la prestazione dello “strappato ai granata” è semplicemente perfetta. Ci sarebbe da scrivere per un giorno, mi limito all’intervento al limite dell’area a liberare in scivolata, che dà il la all’azione conclusa col palo di Kostic. Trova ancora il tempo di imporsi in mezzo a 2 interisti liberando a 1 minuto dal 90°. Bremer gioca da noi e non da Marotta e i risultati si vedono…
ALEX SANDRO 6,5 Non avrei scommesso un centesimo bucato che questo brasiliano sull’orlo del disastro decine di volte, si sarebbe espresso al meglio in una linea a 3 di difesa. Mi sembra di avere l’obbligo di sottolineare che anche la corsa è migliorata e quando entra nel campo non cicca un passaggio manco per scherzo. Rinato e buon per noi. Dumfries è un cliente rognoso, ma dopo il primo assestamento, per più di un’ora scompare dai radar.
CUADRADO 6,5 Ha il terribile compito di far diventare a 4 la linea di difesa di fronte alle folate nerazzurre, per fluidificare immediatamente dopo per infoltire il centrocampo. Sempre concentrato e sul pezzo, come qualche volta non è stato nel recentissimo passato. Non permette all’Inter di prendere spazio in maniera troppo ampia. Di importanza capitale dal punto di vista tattico, ma non è una novità.
FAGIOLI 7 Voto che è la derivante della sua presenza in mezzo al campo, dove la densità che assicura ha una valenza non solo in chiave offensiva, ma soprattutto consente alla squadra di non andare in sofferenza sui rovesciamenti di fronte. Suggella il giusto raddoppio, scippato una decina di minuti prima, con la collaborazione di Gosens. Mi rivolgo ai soliti tifosi schizzinosi e supponenti: Fagiolino gioca perché ce n’è bisogno, ma perché tanta panchina lo ha temprato e reso pronto ad approfittare delle occasioni ed è talmente vero che pur entrando Chiesa e Di Maria, lui resta al suo posto.
LOCATELLI 6,5 Oscilla tra metà campo e linea di difesa, trae vantaggio dalla presenza di compagni della terra di mezzo svegli e connessi. Dà però l’impressione di giocare sulle punte come un’ “etoile” della Scala, sarà perché è di fronte a dei milanesi…
RABIOT 7,5 Benedetto il giorno in cui la “mamàn” ha sparato uno sproposito ai dirigenti dello United. Oddio, l’abbiamo ricoperta di contumelie come nemmeno i Carbonari con Metternich, ma quel galantuomo del “tempo” ripaga la Juve e noi della scelta fatta. Sta di fatto che il Rabiot che stiamo vedendo non è nemmeno lontanamente parente di quel progetto di giocatore che conoscevamo. Contro i prescritti è il padrone del centrocampo, lo percorre in lungo e in largo, in verticale e in orizzontale con una concretezza straordinaria, fino a chiudere in rete un gianduiotto servitogli da Kostic. Rabiot si è preso la Juve e la Juve si riempie di orgoglio.
KOSTIC 7 Primo tempo anonimo, ma ripresa da far rivedere nelle scuole calcio dell’Universo. Il coast to coast che chiude con l’assist a Rabiot è seriamente indiziato ad entrare nelle sigle di mezzo mondo. Aggiungiamo l’azione fotocopia che vede il pallone stamparsi sul palo ed abbiamo fatto bingo. Pietra di inciampo di tanti perditempo sottocompetenti da tastiera, quelli che…a che serve, sa solo crossare e nemmeno tanto bene…ve pòssino (cit. Carletto Mazzone).
MIRETTI 5 Non viene certo favorito dall’interpretazione tattica che è tenuto a ricoprire, ma non per questo si deve sfogare servendo 2 ottime imbeccate agli avversari per farli ripartire. Quando nel 2° tempo si trova tra i piedi la palla di un contropiede 5 contro 3 e non serve in profondità Kostic che sta entrando in area e ignora Cuadrado libero a destra, per poi farsi soffiare il pallone da in nerazzurro in ripiegamento, ci pensa la consorte a rendere foneticamente espressivo la stato d’animo che coltivo nell’intimo… Se ne accorge anche Allegri, che provvede a sostituirlo, a mo’ di marcatura preventiva in funzione del proseguo della partita. Sicuramente qualcuno piagnucolerà accusandomi di avercela con il buon Fabio, ma è il buon Fabio che ce l’ha con me… (DI MARIA S.V. Due o tre tocchi nello stretto, come promemoria per i palati fini e una fragorosa risata in faccia a Doveri, stop.)
MILIK 6 Della serie, entra e sacrìficati. Mettiti lì, tra quel due marcantoni e poi che il Signore ti assista. Arkadiusz sa a cosa va incontro, ma lo accetta e lo esegue al meglio. Non brilla e non esalta, ma aiuta “una cifra”. (CHIESA 6 Se non si mangiasse il 3 a 0 per troppa voglia di segnare, tirerebbe giù lo stadio – sappiamo che l’acciaio è scadente, o no? – ma ci si accontenta del fatto che la necessità lo ha favorito ad entrare prima del previsto. La mancata qualificazione della nazionale ai mondiali lo può mettere in condizione di rifiorire durante la pausa)
ALLEGRI 7 Presenta una squadra preparata a ribattere colpo su colpo e quindi da combattimento. Per la prima volta chi scrive ravvisa il 3 – 5 – 2 sul campo e parecchio mobile. Sta di fatto che la Juventus gioca a non esporsi e dapprima a distruggere le certezze interiste. Nella ripresa, la determinazione sortisce alcune convinte ripartenze, con chiaro e consapevole scopo di fare molto male e così si verifica. La squadra gestisce il vantaggio assumendo il controllo delle operazioni, demolendo l’Inter, tenuto in vita solo dal demonio sotto le mentite spoglie di Nasca e Doveri. Forse dopo l’annullamento del raddoppio, la Juve di un mese fa si sarebbe disciolta, questa che il mister ha presentato nel derby d’Italia, no. Anzi, la difficoltà ha ulteriormente spinto i bianconeri al raddoppio ad ogni costo, come vuole la Giustizia che governa le umane cose. Solo 2 i cambi spesi, segno che la salute è mediamente più che buona, anche se Bremer fa tremare ad un certo punto, ma il tipo è tosto. Lezione semplice semplice ma al peperoncino all’Inzaghi junior, sempre più sopravvalutato di turno. Col Verona, ultimo in classifica e disperato, giovedì prossimo si deve consolidare l’inversione di tendenza ed incominciare a lanciare segnali scomodi ai competitor che stanno avanti. In ultima analisi, vincere contro l’Inter non è mai una roba fine a se stessa. Guai a non farne tesoro.
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