Torniamo a chiedere la bonifica della discarica di Scapigliato e una maggiore attenzione per la salute umana. Non è ammissibile che si continui a giocare con la roulette russa con la vita umana., Così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
I circoli di Legambiente della Costa Etrusca, di Livorno, Pisa e Valdera sono intervenuti con un comunicato congiunto sulla situazione della discarica di Scapigliato.
Situazione analoga anche nel Lazio, dove vi sono ogni giorno scoperte sempre più gravi nell’ambito dei rifiuti.
L’indagine sul traffico dei rifiuti nel livornese ha mostrato la disinvoltura e il totale disprezzo delle leggi e della salute dei cittadini da parte di alcune aziende che gestiscono un settore da cui possono derivare gravi danni alla popolazione e all’ambiente. Ci sono però due aspetti che non sono emersi adeguatamente.
1) La parte sud della provincia di Pisa e la vicina discarica di Scapigliato in provincia di Livorno smaltiscono, in un territorio che è meno del 5 per cento dell’intera Regione, il 50 per cento dei rifiuti solidi urbani toscani e quantità elevate di rifiuti industriali. Anche il 50 per cento dei fanghi di depurazione, ma questa è un’altra storia e un’altra indagine.
2) La maggior parte degli impianti, principalmente discariche, in cui questo smaltimento avviene, sono sottoposti a progetti che ne prevedono il raddoppio: Peccioli, Bulera, Scapigliato appunto, con l’intento di perpetuare per altri decenni la destinazione di questo territorio a luogo di smaltimento dei rifiuti di mezza Toscana.
Nella discarica di Scapigliato, l’indagine della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze ha appurato che sono state smaltite ingenti quantità di rifiuti tossici e nocivi senza nessun trattamento. Il tutto con grandi rischi sanitari e ambientali.
È quindi necessario che si proceda quanto prima alla bonifica della discarica, a spese delle aziende che vi hanno smaltito abusivamente rifiuti non trattati, e tramite l’escussione delle fideiussioni che dovrebbero essere state depositate a garanzia della corretta gestione dell’impianto.
Ed è necessario che si gestisca la fase del suo esaurimento, bocciando definitivamente il progetto di ampliamento, come chiedono giustamente da tempo il Comitato Difesa Ambiente delle Colline e il Coordinamento Rifiuti Zero.
Occorre avviare serie politiche di riduzione. Quindi raccolta differenziata e riuso/riciclaggio dei rifiuti. Come prevedono le norme comunitarie, lo smaltimento in discarica deve drasticamente diminuire. Noi aggiungiamo che questo è ancor più necessario, in un territorio che vede una concentrazione troppo elevata di impianti. Il raddoppio degli impianti non è ammissibile mentre è necessario spingere sul recupero e il riciclaggio, potenziando i controlli sulle filiere dello smaltimento. conclude Legambiente.
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