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Disabilità, via al nuovo progetto della Fondazione Roma Litorale: “Cucino con gli Amici”

Imparare a cucinare per poter essere sempre più indipendenti. Così ogni mercoledì Simone, Lorenzo e Davide, indossati cappello e grembiule d’ordinanza si mettono all’opera.

Il progetto si chiama ‘Cucino con gli Amici’ e fa parte di un più ampio cammino verso l’autonomia che la Fondazione Roma Litorale, ente che si occupa di oltre 400 bambini con disabilità e fragilità sul litorale romano, ha messo in campo nell’ultimo anno per potenziare le abilità funzionali, relazionali e sociali dei ‘suoi’ ragazzi.

“Cucinare – spiega il direttore generale della Fondazione Roma Litorale, Stefano Galloni – è una delle abilità più importanti che una persona deve acquisire per poter essere indipendente e autonoma. Da ormai anni promuoviamo il diritto all’autodeterminazione sia attraverso l’acquisizione di nuove competenze sia con inserimenti lavorativi. ‘Cucino con gli Amici’ si inserisce in un più ampio programma che coinvolge vari aspetti della nostra mission, non ultimo quel ‘Dopo di Noi’ a cui siamo particolarmente attenti. Nei mesi scorsi Simone, Lorenzo e Davide, insieme ad altri loro ‘compagni’, supportati da nostri terapisti e operatori, hanno imparato a muoversi autonomamente per le strade del X Municipio, a riconoscere e prendere i mezzi del trasporto pubblico. Oggi facciamo un ulteriore passo in avanti insegnando loro l’approccio alla cucina”.

“Cucino con gli Amici – afferma la dottoressa Daniele Pierlorenzi, supervisore del progetto – si divide in due parti. Quella teorica in cui hanno scelto alcune ricette, imparato a riconoscere gli utensili adatti, distinguere gli ingredienti e memorizzare le fasi principali. E una più pratica: dal seguire le regole basilari, ovvero lavarsi le mani, indossare grembiule e cappello e disporre gli ingredienti fino a quella più tecnica che prevede la preparazione del piatto, l’assaggio e la pulizia della cucina. Il tutto viene svolto in un ambiente protetto, professionale con una cuoca di professione e nostri terapisti”.

“Il progetto ha duplici risvolti – sottolinea la dottoressa Giada Capogna, supervisore del ‘Dopo di Noi’ della Fondazione Roma Litorale -. Non solo quello di acquisire nuove abilità e nuove autonomie. Ma anche ampliare i legami di amicizia tra i ragazzi che sono chiamati, come in questo caso, a interazioni personali complesse: devono collaborare alla ricetta, comunicare tra loro, portare avanti dei compiti ben precisi. E infine anche svagarsi, perché alla base c’è il piacere di stare insieme, condividere insieme ad amici un momento della giornata rilassante come quello di cucinare. Tutto questo nell’ottica di quel ‘Dopo di Noi’ che stiamo sempre più perseguendo”.

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