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Da ChatGpt a Gemini, la sfida globale dell’intelligenza artificiale

(Adnkronos) – L’Intelligenza Artificiale si appresta a travolgere e stravolgere le nostre vite. Sono almeno due i filoni di pensiero: uno è quello legato prevalentemente al business, che ha messo in ballo già diversi miliardi di dollari e che coinvolge società che grazie al digitale sono diventate holding con fatturati enormi. L’altro è un mondo apparentemente più freak, fatto di società, governi e start up che sognano un’Intelligenza Artificiale aperta, open source, al servizio dell’umanità si legge sul Sole 24Ore. Nel 2015, quando Elon Musk e Sam Altman decisero di fondare OpenAI, l’idea era quella di una società no-profit che studiasse l’Intelligenza Artificiale. Oggi OpenAI, azienda che produce la celebre ChatGPT, è un mini-colosso valutato circa 100 miliardi di dollari. Non è ancora quotata in Borsa, ma la sua iniziale indole no-profit è svanita a colpi di raccolte miliardarie. Solo Microsoft, che ha in mano il 49% di OpenAI ma anche il suo seguitissimo ceo Sam Altman, ha finanziato l’ex start up con circa 14 miliardi di dollari. Oggi OpenAI è la società più in vista nel mondo dell’AI generativa. Ed è un po’ un caso isolato, perché a contenderle la leadership sono i colossi di Big Tech. Google, dopo aver lanciato a inizio 2023 il chatbot Bard, ha finalmente presentato Gemini, mettendo un’ipoteca importante sul settore dell’AI generativa. Gemini, rilasciato appena tre giorni fa, è probabilmente il sistema più avanzato mai prodotto. Amazon si è invece unita alla corsa solo di recente. Durante l’ultimo evento di AWS, il colosso dell’eCommerce ha lanciato Q, un chatbot dedicato alle aziende che utilizzano il suo cloud. Le mosse di Microsoft (con OpenAI), Google e Amazon, per quanto possano sembrare simili, sono in realtà rivolte a business e settori differenti. E sono tese a salvaguardare certe leadership. C’è un’AI dedicata alla ricerca, che è quella su cui lavorano Google e Microsoft. Mentre la mossa di Amazon (Q) è rivolta maggiormente alle imprese. È chiaro che per Amazon, l’AI sarà un fattore anche in chiave logistica: fra ottimizzazione del magazzino, robotica e flusso di dati. Ed è qui che competono le cinesi Alibaba e JD. È una strada quasi più da start up quella scelta da Meta, che ha deciso di puntare sull’Intelligenza Artificiale open source. Lo ha fatto dapprima mettendo a disposizione degli sviluppatori di tutto il mondo il suo modello LLaMA 2, e poi costituendo un’alleanza (l’AI Alleance) con IBM e altri 50 player per un’Intelligenza Artificiale no-profit e aperta.  —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fabrizio Gerolla

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