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Editoriale

Cresce in Europa l’ostilità alle sanzioni anti-russe

Cresce in Europa l’ostilità alle sanzioni anti-russe. Non c’è solo Matteo Salvini in Italia a sollevare dubbi sulle sanzioni anti-russe imposte dall’Unione Europea. E non sto parlando del premier ungherese Viktor Orbàn che si è apertamente schierato contro di esse.

In realtà i dubbi sono presenti, in pratica, in tutti i Paesi europei. La gente comune, in particolare, si interroga circa la loro reale efficacia ed esprime dubbi pesanti al riguardo.

Certo fa impressione vedere che più di 70.000 persone sono scese in strada a Praga protestando contro il governo ceco, che le sanzioni le ha approvate.

Il luogo della protesta è lo stesso che vide i cechi ribellarsi all’invasione sovietica del 1969. Nella storica piazza San Venceslao lo studente Jan Palach si immolò per protesta dandosi fuoco.

E nella stessa piazza, nel 1989, Vaclav Havel iniziò la sua “rivoluzione di velluto”, restituendo ai cechi (e agli slovacchi che allora formavano un unico Stato) la libertà.

Più di trent’anni dopo, del sentimento anti-russo è rimasto ben poco. Anche se nessuno nega la solidarietà all’Ucraina invasa, tutti si chiedono se tale solidarietà debba spingersi al punto di rischiare un inverno al freddo a causa del blocco delle forniture energetiche da parte di Mosca.

La folla in piazza San Venceslao ha risposto di no, chiedendo al governo ceco di ristabilire i canali di comunicazione con la Federazione Russa, e di cessare la demonizzazione di Vladimir Putin.

Quest’ultimo è abilissimo a manovrare la leva del ricatto energetico e sa benissimo che alla gente comune interessano più i fatti concreti delle posizioni di principio.

Sono parecchie le nazioni europee – Italia inclusa – dove è in atto un processo di ripensamento. E’ più importante l’indipendenza ucraina o la casa adeguatamente riscaldata?

Per la maggioranza va scelta la seconda opzione, a costo si apparire cinici. Al Cremlino lo sanno e stanno manovrando per avere un maggior numero di governi europei non ostili alla Russia,

Quindi Salvini sta assumendo posizioni che in Europa diventano sempre più popolari. L’inverno incombe e le dure parole di Putin stanno favorendo un ripensamento generale.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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