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Attualità

Considerazioni sul lavoro

L’articolo 1 della nostra Costituzione recita che “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Tutti sanno che tale formulazione destò, ai tempi della costituente, un acceso dibattito.

Si era allora all’inizio della Guerra Fredda, e a molti parve che il suddetto articolo avesse, per così dire, un’intonazione un po’ “sovietica”. E in effetti passò con l’appoggio primario di comunisti, socialisti e cattolici di sinistra.

Ed è pure un articolo non facile da interpretare. Può addirittura sembrare pleonastico, essendo evidente che la promozione e la tutela del lavoro è un obiettivo fondamentale di ogni società. Resta tuttavia il problema di capire come promozione e tutela possano essere perseguite.

Proprio qui si colloca il cuore del problema. Ascoltando i discorsi di molti sindacalisti – anche se non tutti – il lavoro pare assumere le fattezze di un’entità metafisica, una sorta di idea autosussistente che se ne sta lì, pronta ad essere colta e trasferita nella vita quotidiana da chiunque abbia la volontà di farlo.

Tali discorsi lasciano intendere che sarebbe facilissimo dare lavoro a tutti e, soprattutto, tutelarlo. Se ciò non avviene – questa è la tesi – significa che c’è un complotto delle forze reazionarie (qualunque sia il significato della parola) volto a privare i cittadini di un loro diritto fondamentale. Si tratterebbe, insomma, di un tradimento della Costituzione più bella del mondo.

Ma è proprio così? In realtà il lavoro viene creato quando esistono idee imprenditoriali forti, in grado di cogliere le potenzialità di sviluppo di un certo settore produttivo e di metterle in pratica. Altrimenti non c’è alcuna job creation, checché ne dicano i sostenitori del lavoro facile e per tutti.

Una possibile alternativa consiste nell’assegnare allo Stato il compito di creare posti di lavoro, strada che in Italia è stata percorsa per tantissimi anni. Salvo ritrovarsi, alla fine, con una marea di industrie decotte e di lavoratori da ricollocare non si sa bene dove.

In buona sostanza, l’imprenditore gioca un ruolo chiave nel processo che conduce alla creazione di posti di lavoro. Nel nostro Paese questo fatto viene molto spesso trascurato o posto in secondo piano, mentre altrove è dato come scontato.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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