“Letteralmente una estate di fuoco per il territorio di Roma e della sua provincia: una questione delicata e complessa, quella degli incendi, una vera e propria emergenza che più in generale interessa purtroppo tutto il nostro paese. Dopo i devastanti roghi a Ponte Mammolo e Monte Mario e dopo gli incendi dei giorni scorsi in alcune zone della area metropolitana – ad esempio sul Monte Tuscolo e in diversi punti dei Castelli Romani – politica, istituzioni e comunità hanno riacceso i riflettori mediatici su questa annosa realtà: mano umana, caldo torrido, incuria, criminalità, cambiamento climatico, carenza di monitoraggio? Le cause degli incendi sono sì molteplici ma, a giudizio di Confeuro, è chiaro ed evidente quanto sia necessaria un approccio maggiormente coordinato, sistematico, multifattoriale, che coinvolga innanzitutto autorità nazionali, comunità locali, e singoli cittadini. La collaborazione e l’innovazione, infatti, sono essenziali per affrontare efficacemente questa sfida crescente. Allo stesso tempo, è naturale che debbano essere intraprese e rafforzate alcune misure specifiche per prevenire e contrastare il rischio roghi: dalla sensibilizzazione pubblica all’incremento della manutenzione del territorio nazionale (ad esempio, la pulizia delle aree boschive e agricole per ridurre la quantità di materiale combustibile), dal controllo delle attività umane alla pianificazione urbana. E ancora bisogna lavorare per l’incremento della sorveglianza, utilizzando strumenti tecnologicamente all’avanguardia, e predisporre maggiori risorse economiche per le assunzioni del corpo dei vigili del fuoco e di tutti quegli enti autorizzati al controllo del territorio. Insomma, questa la sfida che ci attende se vogliamo contrastare davvero il fenomeno degli incendi, che soprattutto in estate mettono a repentaglio vite umane, animali e ambiente. In queste contesto, infine, c’è un principio complessivo da non dimenticare mai: anche il cambiamento climatico sta giocando un ruolo fondamentale nella frequenza degli incendi e nella loro capacità di propagazione. Le estati sempre più lunghe, calde e secche infatti creano le condizioni per la propagazione del fuoco e innescano un vero e proprio circolo vizioso ambientale”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.
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