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Editoriale

Cina e Russia non sono modelli politici plausibili

Cina e Russia non sono modelli politici plausibili. Quando Vladimir Putin e Xi Jinping hanno stretto la celebre “alleanza senza confini”, è risultato evidente a tutti che il loro obiettivo principale era quello di rovesciare l’ordine mondiale esistente per rimpiazzarlo con un ordine di tipo autocratico.

Come spesso accade, tuttavia, la storia prende direzioni imprevedibili. L’alleanza senza confini di cui sopra fu infatti stipulata da una Federazione Russa che pensava di esere molto più forte dal punto di vista militare di quanto si è poi rivelata.

Stesso discorso per la Repubblica Popolare Cinese che, a dispetto di ogni previsione, sta affrontando un’inedita e grave crisi economica, con conseguente calo del Pil, causata in primo luogo dalla politica del “Covid Zero” e dai continui lockdown imposti a tutte le principali metropoli cinesi.

Nessuno, in effetti, aveva previsto che i russi sarebbero rimasti impantanati in Ucraina, facendo soltanto conquiste modeste e subendo, al contempo, controffensive ucraine di grande efficacia.

Il quadro è dunque molto mutato. Nessuno, al momento, sembra disposto a riconoscere che Russia e Cina siano in graso di fornire un modello politico, sociale ed economico migliore di quello occidentale, inducendo il resto del mondo ad adottarlo.

Fanno eccezione, ovviamente, i vari Paesi-satellite di Mosca e di Pechino quali Corea del Nord, Bielorussia, Cuba e Venezuela. Ma si tratta, per l’appunto, di piccole autocrazie del tutto simili alle due principali.

Quale lezione di fondo si può trarre dal summenzionato mutamento del quadro complessivo? Una, innanzitutto. Come notava spesso Karl Popper la democrazia liberale è in grado di produrre anticorpi adatti a reagire alle crisi, anche grazie alla sua grande flessibilità.

Invece la “democratura” di Putin e il dirigismo neo-maoista di Xi Jinping si trovano bloccati dal loro stesso autoritarismo il quale, benché ferreo, nin può evitare che i cittadini su ribellino a una situazione in apparenza immutabile.

La democrazia liberale ha un sacco di difetti ma, come diceva Winston Churchill, è un sistema imperfetto in grado di farsi preferire alla perfezione solo teorica dell’autoritarismo e della dittatura.

Passerà del tempo prima che Pechino e Mosca riescano a imporre al mondo un modello simile al loro. E non è neppure detto che ci riescano, soprattutto se la liberaldemocrazia saprà far valere le sue ragioni di fondo.

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Michele Marsonet

Filosofo, Professore di filosofia della scienza e metodologia delle scienze umane, Presidente del dipartimento di filosofia e vicerettore per le relazioni internazionali dell’Università di Genova

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