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Anzio

Carlo Verdone, onirico viaggiatore nel tempo, Cittadino Onorario di Anzio.

Venerdi’  30 Agosto Carlo Verdone ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria di Anzio. Il Comune per tale occasione ha deciso di dedicare tutta la giornata a Carlo, e di farla condividere con tutta la cittadinanza. Dopo l’aver svelato lo splendido Murales dedicato a Roger Waters e allo stesso Carlo Verdone, il comune ha organizzato una serata a Villa Adele le cui tematiche erano Carlo, Anzio e come quest’ultima abbia influito per la carriera del grande attore. La Serata è cominciata alle ore 21.00 con oltre 2000 nostri concittadini pronti ad accogliere Carlo e ad ascoltare la sua Anzio. Ospite speciale della serata era Irene Gaeta, figlia spirituale di Padre Pio e fondatrice dei Discepoli del Santo di Pietrelcina. L’intero incasso della serata, oltre 20.000 euro, è stato infatti donato alla missione fondata dalla stessa erede di Padre Pio, ovvero la “Cittadella di Padre Pio a Drapia (VV), Casa Pediatrica Socio Sanitaria Oncologica Madonna di Fatima” per la cura dei bambini gravemente malati. La serata infatti è iniziata con un suggestivo video, in cui Irene Gaeta parlava di come era nato questo progetto, dall’apparizione in sogno di Padre Pio a Irene, che comandava di fondare una missione in Calabria, alle riprese che mostravano tutti i progressi della missione. La serata è poi proseguita con l’ingresso in pompa magna di Carlo Verdone, presentato da Mario Sesti, e introdotto da una clip, raffigurante lo stesso attore che suonava una chitarra immaginaria sulle note di una canzone che gli ricordava la sua gioventù. La clip, registrata dal figlio di Carlo, Paolo Verdone, ospite d’onore, insieme alla sua famiglia e ad altri amici dell’attore, molti dei quali di Anzio, era una sorpresa anche per Carlo, che in mezzo all’imbarazzo generale ha dovuto raccontare la genesi di quel momento. Tuttavia i ricordi che Carlo ha poi dovuto rimembrare non si sono fermati qui. Egli ha ricordato della sua giovinezza, il periodo migliore della sua vita, a detta di lui, del significato di andare in villeggiatura ad Anzio negli anni 60, delle persone che ha conosciuto, dei primi amori, spesso solo platonico, oppure delle ispirazioni che ha avuto qui nella nostra città. Egli ha iniziato parlando di alcune delle disavventure di queste sue estati passate ad Anzio, come una serata con una ragazza di zona a cui voleva dichiararsi, rispettando un romanticismo d’altri tempi, che si è però conclusa con una caduta dal motorino, una ferita sulla gamba, il volo della cassa del suo orologio tra gli scogli e la volontà della ragazza di tornare a casa, salutando il povero e ferito Carlo con un freddo ciao. “Non ha voluto dirmi neanche a domani” dice l’attore, che è dovuto tornare a casa a leccarsi letteralmente le ferite. Carlo ha poi continuato raccontando di una battaglia che ha dovuto combattere sulle nostre coste. La sua comitiva si era scontrata con un’altra comitiva di Nettuno e nella litigata avevano deciso che l’unico modo per risolvere la questione sarebbe stata una battaglia navale a pomodorate su dei pattini. L’ora x venne fissata, i pattini erano pronti. Gli eserciti si scontrarono in mare al confine tra Anzio e Nettuno, quattro fregate contro quattro fregate. Durante lo scontro volarono ortaggi e frutta di ogni genere, pomodori, meloni, “uno stronzo tirò pure una bottiglia” dice Carlo nel raccontare la sua vicenda. Alla fine dopo, il gioco della bottiglia, lo scontro terminò con un mare di rifiuti organici dispersi nelle acque, i proiettili sparati furono talmente tanti che neppure Cesare e Cleopatra poterono opporvisi. All’epoca infatti Joseph L. Mankiewicz stava girando il suo Kolossal, appunto Cleopatra con Elizabeth Taylor, Richard Burton a Torre Astura, con una produzione da milioni di Lire al giorno, e mentre erano pronti ad incominciare le riprese, si videro arrivare una marea di frutta e ortaggi che impedirono alla troupe di girare quel giorno. La storia si concluse con un divieto del giorno dopo, appeso su tutti gli ombrelloni del nostro litorale, in cui si proibiva ai bagnati di introdurre frutta e verdura in mare e di mantenere i pattini ad una certa distanza dalla costa. L’attore poi continuò a raccontare il suo passato, parlando di una mitica e praticamente leggendaria “Casa Fascista” ad Anzio. Essa infatti era una casa rossiccia, sopravvissuta ai bombardamenti dello Sbarco e diroccata sul nostro litorale, di cui nessuno oggi ne conserva la memoria. La casa era talmente diroccata che la si poteva esclusivamente raggiungere in barca, e l’attore ricorda un particolare ben preciso di quel sito, ovvero dei disegni sconci realizzati da un ignoto pittore con carboncino, “talmente ben fatti da sembrare dei giornaletti e da lasciarci allibiti” dice Carlo. Tuttavia il mistero della casa era proprio l’autore di questi disegni, “non sapevamo a che ora li facesse, di mattina presto, di notte, eppure ogni giorno ve ne era uno nuovo, poi smise, aveva finito lo spazio”. Molto significativo è questo ricordo, visto che ci mostra come Carlo abbia vissuto una parte di Anzio, dimenticata dalla stessa cittadinanza. La serata è poi proseguita con un ringraziamento speciale che Carlo ha fatto a tutte le famiglie che ha conosciuto qui ad Anzio, “mi ricordo le madri, tutte sempre molto accoglienti, ma soprattutto ricordo i padri, tutti severi. Erano molto spesso professori, avvocati o dottori tutti molto importanti”. Molto significativa è stata la domanda che Mario Sesti ha rivolto a Carlo, chiedendogli cosa avesse imparato da Anzio, “a fumare” ha risposto l’attore, che ha poi continuato raccontando di come un’estate egli fosse stato rimandato in varie materie, tra cui il latino e per rimediare a ciò la madre gli aveva trovato un ottimo professore di latino molto severo, che tuttavia “era un ottimo gran fumatore, tirava queste boccate lente, da cui usciva tanto di quel fumo che  era magnifico”,- talmente tanto- ha ripetuto l’attore, che dopo le ripetizioni andò a comprare il suo primo pacchetto di sigarette senza filtro, forti al punto da ustionargli la gola, ma da lì acquistò delle sigarette con il filtro, che invece gli piacquero molto. “Il professore quindi più che il latino, mi aveva insegnato a fumare”. Carlo ad Anzio aveva imparato anche a nuotare, da un grande maestro, che pur monco di un braccio, “era bravo nella teoria e si aiutava con l’altro”, insegnando all’attore a nuotare e alla fine Carlo lo consigliò anche ad altri. Tuttavia Carlo ad Anzio non aveva imparato solo questo, lui qui aveva incontrato molti personaggi da cui aveva ricavato molte delle sue maschere, come un imbranato ragazzo che voleva dichiararsi ad una sua amica, che aveva una voce così singolare, che Carlo la utilizzò per il personaggio dell’Onorevole in Grande Grosso e Verdone, oppure ricordava di un “Pulcinella di Anzio” che camminava tutti i giorni dal Tirrena e si faceva chilometri di spiaggia con un fischietto in bocca e con una camminata così caracollante che Carlo la riutilizzò per il personaggio del Prete dalla voce bonaria che sempre vuole accontentare chi lo ascolta delle sue opere teatrali. Anzio è stata tanto per Carlo sia perché ha significato un periodo di spensieratezza, fatto anche di serate al cinema in cui si ironizzava su pellicole scadenti con Ercole o Maciste oppure si assisteva a capolavori indiscussi vietati ai minori, ma che hanno fatto la storia del cinema come La dolce vita, sia perché è qui che Carlo ha trovato degli ottimi spunti per la sua carriera, trasformando delle bizzarrie che aveva visto sul nostro territorio, in personaggi oramai cult, che hanno saputo far ridere milioni di italiani per oltre quarant’anni di carriera. È questa la bravura di Carlo, la sua ottima perspicacia unita ad un ottimo senso dell’attenzione, capace di catturare qualsiasi sfumatura, qualsiasi difetto, qualsiasi stranezza e di renderla qualcosa di grande, di immenso che oggi tutti noi portiamo con affetto nei nostri cuori, come il mitico tiro di sigaretta che Ivano fa a Jessica, nato qui ad Anzio. La serata inoltre è stata caratterizzata da molte clip di varie scene riguardanti i numerosissimi film di Carlo, in cui lui spiegava al pubblico che quella scena, quella battuta erano frutto di un’ottima improvvisazione che lui ed il suo partner compivano sul momento, come lo splendido monologo del falso muto in Bianco Rosso e Verdone, che conclude il film, oppure di una scena ambientata in una casa con pericolo di crollo, dove il proprietario aveva vietato l’accesso alla troupe, ma Carlo, riuscendo a convincere il portiere era riuscita a girare quella lunga sequenza tutta improvvisata con la sua partner. “Tutto questo” dice Carlo, “è frutto di un ambiente molto tranquillo e molto rilassato che io pretendo ci sia nei miei film. Se hai scelto un attore è perché ti è piaciuto e non devi stressarlo, devi credere in lui, e soprattutto in ciò che ti è piaciuto di lui”.

La serata è quindi volata via con risate da parte del pubblico e il sorriso di Carlo. Alla fine il tutto si è concluso con la salita sul palco di Irene Gaeta e del Sindaco Candido de Angeli. Quest’ultimo ha provveduto a consegnare l’assegno a Irene Gaeta e lei per contraccambio ha nominato Carlo ed il Sindaco “Discepoli di Padre Pio”, insignendoli del titolo e vestendoli con la toga simbolo dell’Ordine. “Grazie Carlo. Durante la mia carriera ho conosciuto moltissimi attori e personaggi famosi, ma tu sei il più grande di tutti, perché loro mi hanno sempre aiutato con le parole, mentre tu sei il primo che mi ha aiutato con i fatti”.

Queste le parole con cui Irene Gaeta ha ringraziato Carlo e coi cui si è conclusa la serata. Adatte anche a chiudere questo articolo.

Francesco Tedone.

https://www.youtube.com/watch?v=rc0aCDhNJUA&feature=youtu.be&fbclid=IwAR31LoxMU_rRFvGSYU1NPyKSCLlPdXsGkdnBA8s7K2dDySjnjk1LdcKRTCE

 

 

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