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Carenza di organico e vaccinazioni a rischio: il sindaco di Aprilia scrive alla Regione

Il Sindaco di Aprilia Antonio Terra, lo scorso 15 dicembre, ha scritto al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al Direttore Generale dell’Asl di Latina Michele Caporossi per esprimere le preoccupazioni dell’Amministrazione Comunale in merito alla carenza di organico all’interno del Consultorio Familiare di Aprilia, con conseguente allungamento delle liste d’attesa per le vaccinazioni che mettono a rischio lo stesso servizio in relazione all’età del neonato più opportuna per la somministrazione.

“Il Consultorio Familiare di Aprilia, cui afferisce il Servizio Vaccinazioni dell’ età Evolutiva – denuncia il Sindaco Antonio Terra –  presenta gravi problematiche di personale che stanno ripercuotendosi sulle attività primarie, prima fra tutte sulle vaccinazioni. Per queste attualmente si sono create lunghe liste di attesa (2 mesi per le vaccinazioni obbligatorie, 6 mesi per le vaccinazioni facoltative), che non permettono di raggiungere le coperture attese nei tempi previsti per età. La popolazione della Città di Aprilia, è notevolmente superiore (72.496 abitanti, in base ai dati ISTAT aggiornati al primo gennaio 2015) a quella prevista per una struttura consultoriale unica (vedi legge n. 34/96), che prevede un Consultorio ogni 20.000 abitanti con pianta organica completa.

“La popolazione pediatrica attuale” – continua il sindaco con un comunicato – ” è di 9.560 bambini iscritti al SSN e almeno un migliaio di stranieri con assistenza temporanea (ENI ed STP). Il problema più urgente è rappresentato dal personale infermieristico. Tutte le attività (vaccinazioni e servizio di ginecologia-ostetricia) si reggono su un’infermiera a tempo pieno, tra l’altro, prossima alla pensione, ed una a 27 ore settimanali. Tale situazione non permette la copertura continua del servizio né di aumentare le sedute vaccinali che prevedono un’equipe minima di medico-infermiera. Ebbene, anche secondo quanto mi è stato rappresentato, la richiesta minima per evitare il collasso sarebbe quella di inserire almeno due infermiere a tempo pieno. Nella consapevolezza delle difficoltà del momento, tanto economiche per la carenza di risorse, quanto normative per l’imposizione di vincoli di spesa, che evidentemente non aiutano a garantire i livelli essenziali di assistenza, tuttavia resto fiducioso per una concreta quanto adeguata risoluzione del problema”.

 

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