Beata Follia. Sommo mistero del bene è l’ultima opera di Hilde Ponti. Possiamo leggere con estrema curiosità e interesse la prefazione che già evidenzia l’unicità del volume “Senza celebrare alcun banale conformismo, ci addentreremo in un mondo privatissimo, rivisitando gusti, preferenze cucinarie che hanno delineato alcune vite – scelte a far esempio – di grandi Santi e a parlare di un bisogno primario dell’uomo: il Cibo e alcune preparazioni adattate all’oggi. Uomini che come tali difendevano anche i loro istanti, i moti, le pulsioni, quei fremiti caratterizzanti e il loro rapporto con alcune ‘delizie’. Ripercorrendo qua e là quindici Secoli di Storia, tante le curiosità, altrettante le indiscrezioni che hanno legato l’universo gastronomico popolare, alle grandezze perimetrali degli Spiriti predestinati. Celebreremo anche preparazioni da consumarsi durante la Quaresima, Carnevale e altre occasioni, nelle quali la gente socializzava, senza mancare di rispetto ad alcuno: onorando i Santi, festeggiando i Fanti. Un atto comunque deferente, quello di reinventare, immaginando Uomini che raccogliendosi invocavano all’Altissimo: “Grazia e soccorso” – senza troppa nostalgia terrena – per sostenere le incognite dello straordinario cammino intrapreso”.
Come è nata l’idea di questo nuovo libro?
Quando stavo scrivendo “Alla Mensa dei Pontefici”, sapevo che il cibo è un bisogno primario dell’uomo, oltre a essere un mezzo che incentiva scambi e commerci, tanto da influenzare politiche e guerre, in tutti i tempi. Argomento cui dobbiamo tener conto anche oggi. Fui stupita quando ebbi approfondire che il cibo poteva diventare anche un tramite, attraverso il quale si esercitava fasto e potere temporale dei Papi. Allorché ricevevano i grandi della terra, il cerimoniale imponeva splendori: tantoché chiunque presenziava non l’avrebbe mai potuto dimenticare, era un mondo sospeso tra cielo e terra. Sappiamo tutti che le ineguaglianze nell’alimentazione sono sempre esistite: la cucina dei poveri non è mai stata documentata. Pertanto mi sono calata per anni, anche nel mondo cucinario, ho indagato nelle biblioteche di mezza Europa, scoprendo un universo nuovo, attraverso documenti, varie fonti ineccepibili, appunti importanti, note spesa a non finire, etc. Ho quindi annesso racconti – anche antropologici – nel racconto di “Beata Follia”, nel quale parlo della vita, nonché dell’avventura del sostentamento – a volte limitato – di uomini di fede, delle loro preferenze, anche con episodi inediti, non trascurando però di indagare sul cibo della gente di quell’Età, delle innumerevoli stravaganze popolari, ne è uscito un allegro spaccato.
Il cibo era ed è un elemento di potere?
Penso che sia lo sempre stato, un elemento di potere in qualsiasi Corte per ammaliare l’interlocutore, durante il convivio si intratteneva l’ospite mettendolo a proprio agio, per poi intessere grossi interessi. Ho scoperto che anche il popolo è sempre stato piuttosto godereccio, ha sempre avuto il bisogno di socializzare a tavola, ed è proprio per questo che si sono affermati via via, alcuni festeggiamenti come il Carnevale – e qui la Chiesa ha chiuso un occhio, giustificando gli stenti della Quaresima, è stata comprensiva – concedendo apertamente anche le varie riunioni conviviali per le feste comandate. Seppoi osserviamo i potenti della terra all’oggi, dobbiamo costatare che a ogni incontro ufficiale, segue sempre un pranzo – tavole imbandite a regola d’arte – sicuramente piene di delicatezze, per soddisfare ogni palato, in atmosfere più rilassate, l’ideale per continuare a discutere sulle sorti del mondo.
Qual è lo Spirito eletto cui dobbiamo prendere un po’ di esempio?
Interessare laici alla dignità dell’essere al “Credo del fare” non è mera ritualità: ricorrere alla comunicazione è necessità dell’oggi. Tra tanti messaggi di animi elevati, Giovanni Bosco costituisce un’esperienza che ha del prodigioso. Con la sua sensibilità sociale, ha proposto solidarietà infinita alla gioventù. E le sue 1200 circa Istituzioni Salesiane sparse per il mondo ne sono la prova, si confrontano continuamente per superare fenomeni storici, politici delle varie culture e religioni. Questo è l’esempio che ho scelto: raccontare come dare un futuro migliore alle nuove generazioni, una beata follia diventata realtà, per volontà di un uomo. Questo è il grande messaggio di Don Bosco, sempre più di stretta attualità.
Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/beata-follia-sommo-mistero-del-libro-hilde-ponti/e/9791281427136
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