Nuovo autovelox anti-smartphone: telecamere con IA per beccare chi guida con il cellulare in mano. Scopri come funziona e le polemiche sulla privacy. Sicurezza o eccesso di controllo?
Un nuovo occhio elettronico vigila sulle strade italiane, pronto a scovare chi guida con il cellulare in mano o senza cintura di sicurezza. Si chiama “Mobile Phone and Seat Belt Detection” ed è un sistema di telecamere ad alta definizione potenziate dall’intelligenza artificiale, in grado di analizzare i movimenti e le posture del conducente per individuare eventuali infrazioni. Una tecnologia all’avanguardia che promette di rivoluzionare il concetto di sicurezza stradale, ma che solleva anche polemiche sulla privacy.
La sperimentazione di questo nuovo sistema, per ora, è partita ad Agliana, un comune di 18.000 abitanti in provincia di Pistoia. Il dispositivo, che a prima vista sembra una normale telecamera per il controllo del traffico, nasconde in realtà un occhio elettronico molto più sofisticato.
Il “Mobile Phone and Seat Belt Detection” non si limita a registrare immagini. Grazie a una lente ad alta risoluzione e a un software basato sull’intelligenza artificiale, è in grado di:
L’obiettivo dichiarato di questa tecnologia è quello di scoraggiare l’uso del cellulare alla guida, una delle principali cause di incidenti stradali. Secondo l’ISTAT, nel 2022, il 15% degli incidenti in Italia è stato causato da distrazioni, in primis l’utilizzo dello smartphone. Il costo del dispositivo è di 25.000 euro. Inoltre, nelle intenzioni dei progettatori, questo sistema dovrebbe portare a un calo drastico dell’uso improprio del cellulare alla guida, con conseguente diminuzione degli incidenti.
Privacy in Bilico? Le Polemiche Non Mancano
L’introduzione di questo sistema ha inevitabilmente sollevato polemiche sulla privacy. A Milano, ad esempio, un progetto simile è stato sospeso proprio per le preoccupazioni relative al trattamento dei dati sensibili. Come afferma Marco Granelli, assessore alla Mobilità di Milano, la capacità della telecamera di “inquadrare il conducente” solleva questioni delicate in merito alle leggi sulla riservatezza.
Fabrizio Baroncelli, vicesindaco di Agliana, difende la sperimentazione: “Non è uno strumento per fare cassa, ma un investimento per la sicurezza”. L’obiettivo, sottolinea, è quello di prevenire incidenti e salvare vite, non di punire indiscriminatamente.
Conclusione: Tecnologia al Servizio della Sicurezza Stradale?
Il “Mobile Phone and Seat Belt Detection” rappresenta un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare la sicurezza stradale. Tuttavia, è fondamentale trovare un equilibrio tra l’efficacia di questi strumenti e la tutela della privacy dei cittadini. Sarà interessante seguire gli sviluppi di questa sperimentazione e capire se questa tecnologia verrà adottata su più larga scala, e con quali eventuali correttivi per garantire il rispetto della privacy. Il dibattito è aperto, e la sfida è quella di coniugare innovazione tecnologica e diritti individuali.
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