Finisce così una lunga storia di occupazioni abusive, degrado e danneggiamenti e persino incendi. Un bubbone marcio che contaminava l’area della cittadina costiera.
L’abbattimento è stato definito a gennaio scorso dopo svariate ordinanze di demolizione e dopo lo stanziamento di 220mila euro attraverso una determina dirigenziale nella quale si specifica che «L’intero complesso è stato edificato in zona sottoposta a vincolo archeologico – si legge nella relazione – Considerato l’annullamento del titolo abilitativo e la successiva ordinanza di demolizione, stante l’inerzia del costruttore, l’Ente a provveduto a demolire 3 edifici (A-B-C-) dell’originario complesso«.
«Ancora soldi buttati al vento – commenta il sindaco di Ardea, Mario Savarese presente sul posto – per riparare i danni dell’abusivismo. Un quarto di milione di euro per un comune già pieno di debiti al punto di dover dichiarare il dissesto, buttati letteralmente nella spazzatura per demolire quest’orrendo monumento all’illegalità. Mi addolora pensare che anche questi costi ricadono alla fine sulla collettività, e sottraggono risorse a servizi che non potremo rendere. Spendiamo soldi dei cittadini onesti che abitano case a norma e pagano le tasse. Ma non potevamo più attendere oltre; i costi delle bonifiche a cui ci costringevano gli occupanti di questa palazzina, accumulando e incendiando rifiuti di ogni genere, erano diventati superiori ai costi di demolizione. Il mio più grande rammarico è che nessuno dei responsabili di quest’orrore pagherà un solo euro per il danno arrecato. Oggi cancelliamo con le ruspe per sempre un indecoroso monumento all’inciviltà e ricominciamo: abbiamo previsto il restauro delle tre palazzine salvate dalla demolizione e la riqualificazione urbana dell’intera area. Spero che almeno in questo intento si possa tangibilmente concretizzare l’aiuto che abbiamo chiesto allo stato».
Con lui anche i consiglieri comunali Alessandro Mari e Sandro Caratelli. Presente anche il commissario di Forza Italia, Vincenzo Cari.