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Latina

Aprilia . tesi a confronto : Amianto: necessario il rischio zero. Circa 100 i casi di mesotelioma: Latina, Gaeta e Aprilia le città più colpite.

 

 

Aprilia, 17 giugno 2017 – L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus, intervenuto all’incontro pubblico organizzato dal Comune di Aprilia: “Amianto e diossina, tesi a confronto. Come proteggersi?”, ha ricordato che in provincia di Latina sono stati censiti oltre 100 casi di mesotelioma, cancro provocato sempre e soltanto dall’amianto e che è solo la punta dell’iceberg, perché le fibre della famiglia dei minerali definiti amianto provocano anche: asbestosi polmonare; placche e/o ispessimenti della pleura; tumore del polmone; tumore della laringe; tumore dell’ovaio; tumore della faringe; tumore dello stomaco; tumore del colon retto e tumore dell’esofago.

“Sono necessarie le bonifiche per evitare che le esposizioni ad amianto provochino l’insorgere di altre malattie e, purtroppo, altri decessi (prevenzione primaria), così come è necessaria la sorveglianza sanitaria, per ottenere una diagnosi precoce che permetta di iniziare le terapie in tempo utile per salvare vite umane (prevenzione secondaria), oltre al risarcimento dei danni, che però non restituisce la salute e la vita a chi l’ha persa. Ecco perché occorre evitare ogni forma di esposizione: solo così si può vincere la guerra contro l’amianto. Al tempo stesso, vanno evitate anche le esposizioni ad altri cancerogeni, perché altrimenti si crea una sinergia ed un potenziamento: in sostanza, rischio zero”,dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus.

L’incontro del 17 giugno 2017 è stato organizzato in seguito a quanto accaduto lo scorso 5 maggio all’EcoX di Pomezia, un violento rogo, che ha disperso una serie di agenti tossico-nocivi, tra cui diossine ed IPA.

Durante l’incontro l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, ha fornito informazioni utili per la tutela preventiva, diagnostica e terapeutica per tutti coloro che sono stati esposti ad amianto e altre sostanze cancerogene, dimostrando che il rischio amianto è presente anche nella nostra provincia, nonostante purtroppo non se ne parli spesso.

I dati shock che l’Avvocato ha presentato descrivono una situazione a rischio molto sottovalutata da parte delle istituzioni che, troppo spesso, non tutelano cittadini e lavoratori, costringendoli ad intraprendere delle lunghissime cause legali e, molti di loro, non riescono nemmeno a vedere riconosciuti i loro diritti, in quanto già gravemente malati.

Molti di loro sono costretti a continuare a lavorare nonostante la presenza accertata della malattia causata dall’esposizione all’amianto. A questo punto ci chiediamo il perché non venga riconosciuto loro il prepensionamento che gli spetta. Non è giusto vedere persone morire per lavorare.

Quando queste persone non riescono ad aspettare l’esito della causa, subentra la frustrazione dei loro stessi familiari che gridano giustizia per vedere riconosciuti i diritti dei propri cari.

Le istituzioni in tutto questo dove sono? Sarebbe necessario prevenire queste situazioni, attuando uno dei principi che l’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione rappresentativa delle vittime e dei familiari esposti ad amianto, continua a diffondere, cioè la prevenzione primaria, attraverso la bonifica dei siti a rischio.

 

I numeri della strage in Italia:

6000 decessi per patologie asbesto correlate. Infatti ai più 1500 decessi a causa del mesotelioma, vanno aggiunti almeno 3000 decessi in seguito a tumori polmonari causati dall’amianto, e a questa drammatica contabilità debbono essere poi aggiunte tutte le altre patologie, che portano l’Associazione a tale stima.

I numeri della strage nella regione Lazio:

Nel Lazio sono stati censiti fino al 2011 n. 811 casi di mesotelioma: un numero altissimo se si considera l’istituzione del registro da pochi anni, e che poi debbono essere aggiunte tutte le altre patologie asbesto-correlate (tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari).

I numeri della strage nella provincia di Latina:

Circa 100 casi di mesotelioma per esposizione al materiale dal 2001 al 2015. 19 i casi di mesotelioma accertati a Latina, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 13 i casi di mesotelioma accertati a Gaeta, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 12 i casi di mesotelioma accertati ad Aprilia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 8 i casi di mesotelioma accertati a Sezze, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 7 i casi di mesotelioma accertati a Formia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).

 

 

redazione

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