La rivoluzione degli anni zero ha suggestionato milioni di persone; oggi, l’invenzione dei social lascia un’impronta sull’immaginazione dei nostri fanciulli. Rapisce personalità ma anche persone; vittime inghiottite dalla rete: adolescenti di cui rimane solamente il ricordo, un ricordo infantile. Menti ingabbiate, parole svanite, libri bruciati; una generazione che non risplende di luce propria. L’indipendenza è il nucleo di un congegno esplosivo in grado di distruggere valide idee. La vita sociale viene sostituita da un profilo ricco di foto e informazioni, la partita a carte è rimandata da “Bubble witch saga”, la discussione del bar si accende in una chat colorata, senza smorfie. Le emozioni ,serrate tra le vertebre, diventano inattive; gli adolescenti, gli abitanti del mondo di carta, cadono nel tunnel della solitudine: un’epidemia causata dall’assenza di parola.
Ludovica e Balù
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