(Civitavecchia, 3 luglio 1938 – Civitavecchia, 19 aprile 2005) è stato, vincitore della medaglia di bronzo, nella categoria dei pesi mediomassimi. Figlio d’arte, del pugile Carlo Saraudi e fratello di Vittorio, cominciò a praticare la boxe nella “Pugilistica Civitavecchiese”, palestra gestita da suo padre. Vinse il titolo italiano già nei novizi..Tra il 1958 e il 1964, Saraudi vinse per sei volte il titolo italiano dilettanti. Tra gli sconfitti in finale, il futuro campione europeo Piero Del Papa, nel 1961 e il futuro campione olimpico Cosimo Pinto, nel 1963. Fu medaglia di bronzo ai Campionati europei di Lucerna del 1959.
Alle Olimpiadi di Roma batté al primo turno il pakistano Muhammad Safdar, con decisione unanime e ai quarti di finale l’argentino Luis Rafael Gargiulo, con verdetto favorevole di tre giudici a due.
Perse in semifinale dal plurimedagliato polacco Zbigniew Pietrzykowski] che, in finale, dovette arrendersi al diciottenne fuoriclasse Cassius Clay.Nel 1961 Saraudi vinse anche il titolo europeo dilettanti, a Belgrado, battendo il plurimedagliato rumeno Gheorghe Negrea ai punti. Avrebbe dovuto rappresentare l’Italia anche nella successiva Olimpiade del 1964, a Tokyo, ma fu scoperto a fumare, dopo aver vinto le selezioni di Orvieto dal trainer Natalino Rea, che lo escluse dai giochi, spianando la strada a Cosimo Pinto, che poi vinse la medaglia d’oro..
Concluse la carriera dilettantistica con un record di 88 incontri disputati, 81 vinti, 5 persi e 2 pareggiati. È uno dei pugili dilettanti italiani che ha vinto più trofei.
Saraudi divenne professionista nel 1965 e rimase imbattuto per i primi dodici incontri. Tra i combattimenti vinti, occorre segnalare quelle contro i tedeschi Horst Benedens e Jürgen Blin, entrambe ai punti in otto riprese..
Perse l’imbattibilità il 24 aprile 1967, a Nottingham, contro il britannico Johnny Prescott.. Si ritirò nel 1968 con un bilancio di nove vittorie, tre pareggi, una sconfitta e un verdetto di no contest. Tale risultato lo conseguì contro l’ex campione europeo Giulio Rinaldi..
Civitavecchia piange Giulio Saraudi
Di: Redazione TRC – 19 Aprile 2005
Si è spento, dopo una lunga malattia, Giulio Saraudi fra i protagonisti assoluti dello sport della nostra città. Campione di un pugilato ormai scomparso, Saraudi sfiorò l’impresa memorabile alle Olimpiadi di Roma, ottenendo nei mediomassimi la medaglia di bronzo con Cassius Clay sul gradino più alto.
Si chiamava “noble art”, perché il pugilato era certo forza fisica, potenza di colpi, agonismo e rabbia, ma soprattutto scherma e grande tecnica. Giulio Saraudi con il suo pugilato studiato, pulito, fatto di schivate millimetriche e di colpi secchi e precisi è stato un degno esponente dell’arte dei guantoni. Una faccia da attore, come qualcuno gli ricordava quasi a volerlo collocare in una categoria a parte, senza il segno pesante dei colpi; eppure il popolare Giulio ha avuto una carriera lunga e faticosa: 150 incontri disputati e soltanto 4 sconfitte. La medaglia di bronzo alle olimpiadi di Roma del 1960 con Cassius Clay che vince l’oro. Giulio Saraudi si laurea campione europeo nel 1961 ed è più volte convocato nella nazionale dilettanti. Un lungo cammino che si conclude quando i pugni cominciano a fare male e quando vengono meno le motivazioni. Modesto, un po’ taciturno, mai spavaldo come tanti pugili dentro e fuori dal ring. Soltanto dopo un non facile lavoro di convincimento riuscimmo a realizzare una trasmissione dedicata a lui. Con Giulio Saraudi se ne va un pezzo della storia dello sport a Civitavecchia, con la sua scomparsa il ricordo torna all’epoca d’oro della scuola pugilistica dell’arena monnezza e della pugilistica, fatta di fame e rabbia, sacrificio e voglia di arrivare, di un numero incredibile di pugili della nostra città: dall’irraggiungibile Vittorio Tamagnini, olimpionico ad Amesterdam nel 1928, a Ferrero Medici, ai pugili emigranti negli States come Francesco Frank Fratalia, a Nicola Funari, a Mario Crisostomi, fino a Franco Scisciani e Pasqualino Morbidelli, senza dimenticare il maestro di tutti: Peppe Peris. Ma per Giulio Saraudi il pugilato è stato qualcosa di più profondo, che aveva nel sangue e che veniva dal padre Carlo, campione italiano nel 1924 e quarto alle Olimpiadi di Parigi, che attraverso lui raggiungeva l’incredibile Vittorio, genio e sregolatezza, campione italiano nel 1959, sconfitto in modo rocambolesco nell’europeo con Del Papa. Storie, come queste, come quella di Giulio, che parlano dello sport vero e fanno bene agli sportivi.
E già si registrano i primi commenti sulla scomparsa di Giulio Saraudi. “Con lui se ne va un pilastro della storia sportiva cittadina – afferma il sindaco – ma scompare soprattutto un grande uomo. Al di là del bronzo olimpico del ’60 e degli innumerevoli titoli conquistati, Giulio Saraudi è stato un personaggio vero, un esempio per tanti di attaccamento alla città, ai valori dello sport ma anche a quelli della vita. E’ un lutto grave per tutti i civitavecchiesi, non solo per quanti ebbero modo di conoscerlo ed apprezzarlo.