L’Osservatorio Nazionale Amianto, assiste i militari imbarcati nelle unità della Marina, il personale civile e militare del Ministero della Difesa e degli altri Corpi dello Stato per il riconoscimento dei benefici vittime del dovere e per ottenere l’equiparazione alle vittime del terrorismo.
Si potrebbero raccontare mille e più storie di uomini di onore che hanno servito il proprio paese con costanza e dedizione, per poi ammalarsi a causa della presenza di amianto o di altri cancerogeni nei luoghi in cui erano soliti operare.
Ma oggi la nostra attenzione è puntata sulla storia del capitano Francesco Paolo Sorgente.
Francesco Paolo Sorgente è entrato in servizio nella Marina Militare Italiana come ufficiale di macchina il 12 marzo 1968 congedandosi a fine gennaio del 2000. Nelle sue attività di servizio, è stato imbarcato ed esposto alle fibre di asbesto.
Anni di servizio privo di strumenti di protezione e soprattutto ignaro delle capacità mortali dell’amianto. Alla luce di questa lunga esposizione, la fibra killer ha attaccato l’organismo fino a far insorgere il mesotelioma che forse è la patologia asbesto correlata più maligna.
La vedova e gli orfani si sono costituiti parte civile nel procedimento penale Marina Bis. Assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente ONA, per ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa della grave perdita del congiunto.
I familiari del capitano Francesco Paolo Sorgente, con l’assistenza legale dell’avvocato Bonanni, hanno segnalato la morte del loro congiunto alla Procura della Repubblica di Padova. In seguito alla denuncia, il procuratore, Sergio Dini, ha ottenuto il rinvio a giudizio di alti ufficiali della Marina Militare Italiana. L’ipotesi di accusa per tutti è quella di omicidio colposo.
Otto gli ammiragli della Marina Miliare sono stati posti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo. L’errore è stato quello di non mettere al corrente il personale, dei rischi dell’amianto presente sulle navi.
Il giudice ha accolto la richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura. Secondo la stessa pubblica accusa, i vertici della Marina finiti sotto processo non avevano autonomia di spesa del budget assegnato e non potevano stanziare fondi per l’eliminazione del pericolo amianto nelle navi. Questa in sintesi la motivazione che ha spinto il giudice a pronunciare verdetto di assoluzione con formula piena.
l presidente ONA, Ezio Bonanni non ha intenzione di arrendersi dinnanzi a tale ingiustizia e annuncia di continuare la sua battaglia in nome dei 1100 militari deceduti a causa del cancro o di altre patologie asbesto correlate.
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