Riconosciuto vittima del dovere ottiene un indennizzo misero rispetto al danno subito e quindi ricorre al Giudice del lavoro del Tribunale di Latina per chiedere la condanna del ministero dell’Interno e delle Finanze. Protagonista dell’assurda vicenda Antonio, Dal Cin, ex finanziere.
Nei giorni scorsi l’avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona, ha presentato un ricorso affinché il proprio assistito riceva a titolo di equo indennizzo e di prestazioni di vittima del dovere, rispetto ai pochi spiccioli che gli sono stati versati dall’Amministrazione. Soldi che non sono bastati neanche per pagare le medicine. Numerosi farmaci salvavita che il malato deve giornalmente assumere per poter continuare a vivere.
L’asbestosi pleurica è infatti una patologia già di per sé mortale. Quasi tutti quelli che si sono ammalati con la stessa patologia sono deceduti entro 5 anni dalla diagnosi. Antonio Dal Cin lotta e combatte contro l’amianto. Lo fa soprattutto per rimanere accanto alla sua famiglia, la giovane moglie e i due bambini.
È una storia incredibile quella dell’ex finanziere, eroe civile che ha dedicato tutta la sua vita alla tutela della legalità e al contrasto al crimine. Comandato di eseguire attività di vigilanza doganale e di contrasto all’illegalità ambientale, a causa della fibra killer (amianto) si è ammalato di asbestosi pleurica.
Su questo nulla di nuovo sotto il sole: sono centinaia, se non migliaia, i finanzieri e gli altri servitori dello Stato che cadono giorno dopo giorno per l’attività di servizio e soprattutto a causa delle fibre di amianto, microscopici aghetti che si insinuano negli alveoli polmonari e li forano. Li infiammano fino a trasformarli in cancro.
È ancora giovane Antonio Dal Cin. Si è ammalato che aveva da poco superato i 40 anni, con due figli piccoli, una moglie anche lei, purtroppo, colpita dal male.
Nel 2014, il giovane finanziere è stato giudicato inabile e congedato con 100% di inabilità causata dalla fibra killer, eppure quando si è trattato di riconoscere la causa di servizio e le prestazioni di vittima del dovere, incredibilmente, questo 100% si è trasformato nel 5%.
Come è possibile tutto ciò? È questo l’interrogativo di Antonio Dal Cin, vivo solo per la miracolosa intercessione di un santo a cui il giovane si è votato e grazie soprattutto al programma terapeutico del prof. Luciano Mutto, il quale ha elaborato un programma di terapie con un cocktail di vitamine e altri farmaci antiossidanti e antitumorali, uniti a un programma rigido di controllo alimentare, anch’esso antitumorale, ed ancora miracolosamente l’asbestosi pleurica non si è trasformata in mesotelioma pleurico. Il cuore ancora regge nonostante sia divenuto polmonare. Anche la pleuropatia, infatti, è una conseguenza dell’asbestosi. Il muscolo cardiaco si affatica perché i polmoni del malato diventano quasi come cemento.
La nostra redazione intervista quindi Antonio Dal Cin, del coordinamento nazionale ONA, l’associazione di cui è presidente l’avvocato Ezio Bonanni. Il legale ha depositato al Tribunale di Latina, Sezione Lavoro, il voluminoso dossier relativo alla condizione di rischio nella Guardia di Finanza e in particolare per le missioni in cui è stato impiegato Antonio Dal Cin.
Come è cambiata la sua vita dopo la diagnosi?
Conduco un’altra vita. Sono costretto ad essere sempre a riposo assoluto e posso solo lottare contro l’amianto attraverso le mie parole, i miei messaggi e il mio impegno, anche di ascolto, per le altre vittime, per i familiari dei miei colleghi e per i lavoratori deceduti per via della fibra killer. L’esposizione all’amianto mi ha provocato anche gravi danni cardiologici, perché il mio cuore è costretto a una super fatica per il fatto che i polmoni ormai sono come marmo o cemento, fate voi. Niente è più come prima da quando ho ricevuto la notizia della mia malattia, anche perché sono stato subito congedato dalla Guardia di Finanza, ritenuto inabile al 100%. Da allora mi sono votato a un santo e al Padre Eterno perché evitasse che i miei due figli sventurati, Anna e Matteo (4 e 11) rimangano senza padre. Triste e drammatica vicenda quella dei minori di coloro che sono deceduti per amianto.
Come si vive senza avere un futuro?
Si vive malissimo. Il pensiero di ogni genitore sono i figli e ogni volta che guardo i miei penso che devo resistere a tutti i costi. Non posso abbandonarli. Lotterò per rimanere accanto a loro.
Che ripercussioni ha avuto la sua malattia sul suo rapporto di coppia? Ansia, nervosismo, futuro inesistente hanno creato tensioni anche in famiglia?
È inevitabile che a stravolgersi sia la vita di tutti i membri della famiglia, ma solo affrontando quotidianamente i problemi si può riuscire per quanto possibile ad andare avanti.
Qual è la sua giornata tipo da quando ha scoperto di essere malato di asbestosi?
La malattia mi costringe ad una vita piuttosto ritirata. Ma non smetto di lottare per me stesso e per gli altri e grazie all’Osservatorio Nazionale Amianto ONA Onlus combatto per ripulire i luoghi contaminati dall’amianto, uno dei più micidiali cancerogeni del pianeta.
Qual è stato il primo campanello d’allarme prima della diagnosi?
Una diagnosi di asma bronchiale e di tracheo bronchite intercorrente che poi è divenuta cronica. Successivamente si è manifestata l’asbestosi pleurica con accentuazione della trama diffusa e sono comparsi tre millimetrici noduli polmonari, localizzati a livello del segmento posteriore del Lobo Superiore Dx (3,5 mm), sulla piccola scissura a destra (4,3mm) e a livello del segmento basale- posteriore del Lobo Inferiore Dx (5,4 mm) e presenza di linfonodi calcifici in sede ilare destra (9 mm).
Cosa si sente di consigliare a chi, come lei, è vittima del dovere?
Di continuare ad amare la vita perché è il più bel miracolo in assoluto che si ripete nel tempo. Comunque va vissuta e non dobbiamo mai perdere la speranza.
Se potesse tornare indietro, cosa cambierebbe della sua vita?
Purtroppo, non possiamo cambiare determinati eventi. Mai e poi mai avrei immaginato che un giorno mi sarei dovuto trovare a fare i conti con un nemico subdolo ed invisibile qual è l’amianto. Ho fatto solo il mio dovere e rifarei tutto ciò che ho fatto nell’esclusivo interesse dello Stato.
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