Viene spontaneo pensare che tutto ciò che rappresenta l’umano trasgredire, rispetto alla naturale condizione di pedestri, ci espone al massimo rischio, anche se l’abitudine dell’ardire ne rimuove il timore. Eppure, il semplice camminare o correre in estreme condizioni naturali rappresenterebbe l’incognito, come capitò all’emerodromo Fidippide e com’è capitato ieri ai supermaratoneti cinesi congelati dalla bufera sulle montagne sovrastanti il Fiume Giallo. Dunque, sempre ieri, la sfida degli umani all’innaturale si è conclusa tragicamente a Stresa, dove la funivia è caduta giù senza riparo, né un amen, per gli sventurati turisti di turno. Dunque, sempre ieri – con un gesto di straordinario temerario “foul play” – è stato intercettato e dirottato un volo della Ryanair tra Atene e Vilnius, mettendo a repentaglio la chiave dell’intero sistema che regola il divenire civile nel mondo globalizzato, meramente allo scopo di chiudere una partita tra il vivere per non morire e il suo contrario, tra governanti e oppositori bielorussi. Cari miei è evidente che le nostre esistenze sono sospese, affidate al bilico del destino, tra le pagine sempre aperte della vera storia, quella che volere o “nolere”, comunque ci riguarda.