fbpx

VENTI MINUTI, diretto da Daniele Esposito, vince il GLOBO D’ORO 2022 come Miglior Cortometraggio

Dopo aver collezionato numerosi premi e riconoscimenti, il cortometraggio Venti Minuti, diretto da Daniele Esposito e scritto dallo stesso Esposito con Annabella Calabrese, anche interprete principale, si aggiudica il prestigioso Premio Globo D’oro al miglior cortometraggio, nella serata di gala del 4 ottobre all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Il Premio Globo D’Oro, giunto alla 62/a edizione e considerato fra i tre più importanti premi italiani, insieme ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, è organizzato dall’Associazione Stampa Estera in Italia per premiare il valore e il merito di registi, attori, attrici e produttori italiani. La giuria è composta da più di 40 corrispondenti per la stampa estera dall’Italia insieme ai direttori artistici Claudio Lavanga e Alina Trabattoni.

Il corto Venti Minuti, che ritrae la tragedia dell’Olocausto nell’intimità delle mura domestiche, dal punto di vista di una famiglia ebrea, che da un momento all’altro deve lasciare tutto in soli venti minuti, è stato proiettato tra i tanti festival anche al prestigioso Giffoni Film Festival e sarà distribuito a breve da Rai Cinema Channel sulle proprie piattaforme, per poi continuare il proprio percorso nei festival all’estero.

Sinossi:

Roma, 16 Ottobre 1943. È mattina presto, Lea, svegliata da un incubo sente bussare alla porta. Due soldati tedeschi le consegnano un biglietto: lei e suo marito Enzo hanno venti minuti per lasciare le loro vite e seguirli. Ma sulla lista dei tedeschi i nomi dei loro figli, Cesare e Fiorella, non ci sono. I due sono indecisi sul da farsi: nella concitazione del momento dovranno prendere la decisione più importante della loro vita.

Venti Minuti, prodotto da LE CHAT NOIR e realizzato con il contributo della Regione Lazio, racconta di uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, mettendo in scena i drammi vissuti dalle vittime, ma concentrandosi sulla sfera intima e familiare, per rendere, così, il racconto universale.

Cosa sono 20 minuti nella vita di una persona? Nulla. Ma per i tanti protagonisti di quel 16 ottobre 1943 sono diventati interminabili…infiniti: l’ultimo ricordo indelebile di un proprio caro, l’attimo che ha fatto la differenza nella determinazione dei propri destini. Riportando gli avvenimenti ad una dimensione familiare si desidera stimolare un’immedesimazione nell’indimenticata tragedia della shoah preservandone, in questo modo, la memoria storica.

Enzo e Lea sono e saranno fantasmi della memoria dei loro figli, Cesare e Fiorella, che per il resto delle loro vite ricorderanno gli ultimi attimi vissuti con i propri genitori.

Avendo avuto modo di intervistare un superstite di quel 16 ottobre 1943 ho notato che, quando si vivono momenti così inspiegabili e traumatici, i ricordi diventano un loop infinito che si vivrà per tutta la propria esistenza, e il tempo si cristallizza, com’è cristallo il vetro degli specchi attraverso il quale io racconto questo spaccato di vita” annota il regista e sceneggiatore Daniele Esposito.

Specchi che riflettono una vita che si sgretola minuto per minuto, secondo per secondo, davanti agli occhi dello spettatore.

La prospettiva è quella dei bambini, e in particolar modo quello della piccola Fiorella, come se tutto quello che si mostra nel film non fosse altro che una trasposizione del ricordo e della sua immaginazione. Per questo motivo si è scelto un punto di vista inusuale e non per forza sempre a fuoco, cercando di dare questo senso di disorientamento tipico della sfera onirica. Una storia intima, umana e sentita che si inserisce nel macrocosmo della Storia, di una delle pagine più drammatiche della Storia dell’umanità, con estrema sensibilità.

Gestione cookie