Studentessa universitaria aggredita a Roma nella zona di Torre Gaia: ecco cos’è successo
Un episodio sconvolgente ha scosso la tranquillità della zona di Torre Gaia. Una giovane studentessa universitaria, di 22 anni, originaria del Sud Italia, ha vissuto un’esperienza drammatica proprio mentre stava rientrando a casa dopo una lunga giornata all’università . Quello che doveva essere un semplice ritorno a casa, è diventato un incubo che la perseguita ancora a distanza di giorni.
La ragazza, che vive fuori sede, stava percorrendo la strada verso il suo appartamento intorno alle 20:30 di martedì 8 aprile. Un cammino che sembrava tranquillo, ma che si è trasformato in un incubo. Giunta davanti al cancello del suo comprensorio, ha notato la presenza di un uomo che, a suo dire, aveva un aspetto sospetto. Descrive l’aggressore come un uomo alto, magro, con un cappello verde militare alla pescatora. “Non l’avevo mai visto prima”, racconta, aggiungendo che qualcosa in quella sua presenza la mise subito in allarme.
Per cercare di non farsi avvicinare, la studentessa prese il telefono e iniziò a parlare con un amico, sperando così di accelerare il passo e arrivare rapidamente al portone di casa. Una volta davanti al cancello, stava aprendo il portone quando si è trovata di fronte all’uomo, che l’ha aggredita alle spalle, palpeggiandola con intenzioni chiaramente sessuali.
Il momento che sembrava durare un’eternità , è stato interrotto dal grido disperato della ragazza. I suoi urli sono stati sentiti dai residenti, alcuni dei quali si sono affacciati alle finestre, mentre i cani del quartiere iniziavano ad abbaiare, creando il caos e costringendo l’aggressore a fuggire. Nonostante l’aggressione, la giovane è riuscita a divincolarsi e a mettersi in salvo, ma lo shock e la paura le hanno lasciato un segno indelebile.
A distanza di 48 ore dall’episodio, la studentessa, pur cercando di riprendere la sua vita quotidiana, si trova ancora profondamente scossa. “Vivo nella paura e nell’assenza di protezione“, confessa, spiegando di sentirsi in pericolo costante. “L’aggressore è libero e sa dove abito. Ho il terrore di uscire anche solo per andare a lezione. Mi sento abbandonata, come penso si sentano tanti altri studenti che vivono in questa zona, dove mancano controlli, sorveglianza, sicurezza“.
Questo episodio getta una luce inquietante sulle problematiche legate alla sicurezza nelle zone residenziali, specialmente in quartieri frequentati da molti studenti. La studentessa, sebbene abbia trovato la forza di raccontare la sua esperienza, non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione di vulnerabilità . Il fatto che l’aggressore sia ancora a piede libero aggrava ulteriormente il suo stato d’animo.
La domanda che sorge spontanea è: come possiamo, come comunità , garantire maggiore sicurezza nelle nostre città e tutelare chi, come questa giovane universitaria, è costretto a vivere in un costante stato di ansia? Il caso della studentessa di Torre Gaia è solo uno degli episodi che segnano la cronaca di una città che, troppo spesso, sembra dimenticarsi delle proprie responsabilità nei confronti dei più vulnerabili.
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