Oggi 2 luglio si terrà il Processo Eternit bis di Torino “la fabbrica della morte”, nella speranza che finalmente venga fatta giustizia.
Stephan Schmidheiny ha chiesto l’estromissione dell’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) e degli eredi del Sig. Testore Giulio (dipendente Eternit Cavagnolo) costituiti parte civile con l’Avv. Ezio Bonanni. Le richieste di Stephan Schmidheiny sono state rigettate dal Tribunale di Torino e il processo vede protagonista l’Avv. Ezio Bonanni, il quale nel corso dell’istruttoria ha delineato una strategia in grado di portare alla condanna per il reato di omicidio colposo.
In questa sede approfondiremo la vicenda Eternit dalle origini fino alle ultime battaglie legali condotte dal tenace avvocato Ezio Bonanni, Presidente ONA, da sempre in prima linea sulla questione amianto.
Il termine Eternit indica un marchio registrato di fibrocemento, materiale ampiamente utilizzato in edilizia per le sue innumerevoli proprietà.
In Eternit si realizzavano tegole, tettoie, serbatoi, vasche, coperture, lastre piegate, ondulate, coibentazione di tubature ecc.
Il principale componente dell’Eternit era l’amianto, una sostanza le cui sottilissime fibre (aereodisperse) provocano il cancro ed altre patologie devastanti.
Il brevetto del 1901 fu realizzato dall’austriaco Ludwig Hatschek.
Fu lui a chiamare il materiale Eternit – con riferimento al latino aeternitas, «eternità», per rimarcarne la sua elevata resistenza.
Il brevetto venne acquistato nel 1903 dall’azienda svizzera Schweizerische Eternitwerke AG, che modificò il suo nome in Eternit negli anni ‘20.
L’azienda iniziò ad aprire una serie di stabilimenti in Italia fin dal 1906 specializzandosi sopratutto nella produzione di tubi.
Nel 1933 Eternit passò alla famiglia di imprenditori svizzeri Schmidheiny, che nel 1973 divenne responsabile anche degli stabilimenti italiani affiancata dai belgi De Cartier.
La prima fabbrica venne aperta a Casale Monferrato “la città bianca” (Alessandria), località tristemente nota per l’ecatombe provocata dall’agente killer.
Anche gli altri stabilimenti dell’Eternit in Italia (Bagnoli, Cavagnolo, Rubiera, Siracusa) registrarono migliaia di vittime di malattie asbesto correlate.
Oltre agli operai, si ammalarono e si ammalano familiari e abitanti delle zone limitrofe, un ottimo motivo per dire stop all’amianto, attraverso una serie di scioperi ed iniziative sindacali.
Nel 1986 Eternit finalmente chiuse i battenti: il ramo italiano dell’azienda era fallito.
Il 22 dicembre del 2004 venne presentata a Torino la prima denuncia contro i proprietari dell’azienda per inosservanza di qualsiasi disposizione in materia di sicurezza sul lavoro.
Ad occuparsi dell’inchiesta fu il Procuratore Raffaele Guariniello, che iniziò indagini, perquisizioni ed i primi sequestri.
Utile precisare che nella sola città di Casale Monferrato, tra il 2009 e il 2011, sono stati registrati 128 nuovi casi di mesotelioma, che è solo una delle tante patologie provocate dall’amianto.
Ancora oggi nella “città bianca” si registrano ogni anno circa 40 nuovi casi di mesotelioma e molte altre patologie tumorali provocate dalla contaminazione di polveri e fibre di amianto.
Il primo processo ebbe inizio il 6 aprile del 2009.
Per l’occasione vennero presentate 2889 richieste di risarcimento danni: una per ogni vittima di amianto.
In primo grado, il13 febbraio del 2012: Louis De Cartier e Stephan Schmidheiny, i due proprietari della multinazionale dell’amianto, vennero condannati a 16 anni per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche (il procuratore generale Guariniello aveva chiesto 20 anni).
Il processo di secondo grado si concluse nel giugno del 2013.
Stavolta Stephan Schmidheiny venne condannato a 18 anni di carcere, due in più della sentenza di primo grado.
(Il barone belga Louis De Cartier nel frattempo morì a 92 anni).
La sentenza stabilì le responsabilità penali non solo per i siti di Casale Monferrato e Cavagnolo, ma anche per Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). Vennero anche stabiliti risarcimenti danni per circa 90 milioni di euro destinati al comune di Casale Monferrato, alla regione Piemonte, a sindacati e varie associazioni e 30 mila euro agli ammalati di patologie legate all’amianto e alle famiglie
La Corte di Cassazione (sentenza 19 novembre 2014, n. 7941) dichiarò tuttavia la prescrizione del reato di disastro ambientale per il quale il magnate svizzero Stephan Schmidheiny era stato condannato in primo e secondo grado, sostenendo che il termine di prescrizione doveva decorrere dalla data di chiusura degli stabilimenti e non dalla fine del disastro (ovvero del fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate) tutt’ora in corso tra gli ex dipendenti, i loro famigliari e gli abitanti delle città presso le quali erano ubicati gli stabilimenti Eternit Italia (Bagnoli, Rubiera, Cavagnolo, Siracusa e Casale Monferrato).
Subito dopo la prescrizione per l’ipotesi di reato di cui all’art. 434 c.p., la Procura della Repubblica di Torino contestò a Stephan Schmidheiny il reato di omicidio volontario, per la morte di 258 persone per mesotelioma e altre patologie asbesto correlate.
Dopo un iter travagliato, la Corte di Cassazione, in seguito all’udienza del 13 dicembre 2017, ha dichiarato l’inammissibilità dei due ricorsi per Cassazione.
Nel corso dell’udienza, l’Avv. Ezio Bonanni ha chiesto con insistenza che i due ricorsi trovassero accoglimento. Infatti, con la trasformazione del capo di imputazione da omicidio volontario a omicidio colposo, la gran parte dei casi di decessi per patologie amianto correlate (mesotelioma, cancro polmonare, tumore della laringe, faringe, asbestosi, etc.), sono stati dichiarati prescritti.
Purtroppo però i dati che vengono forniti oggi sono sempre approssimativi e sottostimati.
L’Avv. Ezio Bonanni, durante la conferenza del 19 giugno 2018 presso L’istituto dell’enciclopedia italiana a Roma, titolata “Come la ricerca può sconfiggere i tumori da amianto: le ultime scoperte scientifiche”, ha reso pubblici i dati epidemiologici sull’incidenza delle patologie asbesto correlate e ha sollecitato le bonifiche amianto.
“È necessaria la bonifica dell’Eternit e/o degli altri materiali di amianto e/o contenenti amianto per porre fine alla strage di cittadini e lavoratori che purtroppo è in corso in tutto il pianeta”.”- ha ribadito l’avvocato.
L’Avv. Ezio Bonanni, è stato difensore di parte civile nel processo Eternit 1 fin ed attualmente è parte civile nel processo Eternit 2 e sarà naturalmente presente anche in eternit bis.
A lui il merito di aver denunciato le lobby dell’amianto che ad oggi vedono come protagonista Stephan Schmidheiny, erede dell’omonima famiglia che fin dall’inizio del ‘900 si è arricchita sulla salute e sulla vita di migliaia di esseri umani provocando lutti e tragedie.
“La salute umana non può essere sacrificata al profitto di pochi” (cit. Avv. Ezio Bonanni).
Purtroppo la vicenda Eternit è sempre avvolta nelle spire misteriose della giustizia, tanto che L’Osservatorio Nazionale Amianto – si è costituito parte civile nel processo Eternit bis, in corso a Torino e a Napoli.
Sono in corso altre indagini, in seguito allo spacchettamento del processo disposto dal GUP di Torino. La Corte di Cassazione non ha accolto il ricorso dell’ONA, dell’Avv. Ezio Bonanni e del Procuratore della Repubblica di Torino e della Procura Generale di Torino contro le sentenze del GUP di Torino.
L’avvocato Bonanni come di consueto non arretra di un passo ed esige a gran voce il riconoscimento danni per le vittime di amianto Eternit, risultando così uno dei protagonisti anche in occasione di Eternit bis.
La richiesta risarcitoria si estende anche ai famigliari delle vittime e quanti abitavano nelle zone limitrofe, fosse solo per semplice esposizione (anche perché la sentenza della Corte di Cassazione, I Sezione Penale, n. 7941/14, che ha dichiarato la prescrizione, non ha assolto nel merito il Dott. Stephan Schmidheiny).
Leggi il testo integrale delle sentenze Eternit di I° e di II° di condanna di Stephan Schmidheiny…
In attesa degli aggiornamenti Eternit Bis ricordiamo che migliaia di persone si sono ammalate di mesotelioma, tumore del polmone, asbestosi, placche pleuriche e altre patologie che ne hanno provocato il decesso.
Per conoscere ulteriori informazioni sul mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate, è possibile consultare anche l’ONA Notiziario Amianto.
https://www.osservatorioamianto.com/
Simona Mazza
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