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TUTTI IN PARADISO – L’editoriale del Direttore

La cosa strabiliante è che il “Timoniere” non perde la calma. Eppure le sferzate adrenaliniche non mancano, tra trombe vorticose , grandine e valanghe di fango, crollare d’alberi e case, tra bombe d’acqua e tempeste di fuoco. Il Mare Nostrum si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè e moltitudini di migranti raggiungono le nostre agognate sponde, mentre la ripartenza scolastica supera il tabù del 14 settembre e pure quello delle mascherine, mentre il Governatore della Sicilia, Musumeci e il Sindaco di Lampedusa, Martello vengono ricevuti come figli prodighi a Palazzo Chigi. Onestamente, la situazione è tale, per cui l’emergenza COVID sembra quasi passare in secondo piano, ma no, non cala l’attenzione virale, al punto che i centosedici miliardi di consumi in meno rispetto al 2019 non suscitano sgomento. Dunque mantenere i nervi saldi, mentre Orbàn chiude le frontiere ungheresi e Macron prepara i francesi ad un secondo lockdown. Da noi, liquidato l’effetto vacanze con il “Drive In” a Civitavecchia e chiusa la prossima partita dell’Election Day, con il probabile Sì alla potatura dei Parlamentari e il rinnovo di Regioni e Comuni, qualsiasi sia il risultato, dopo ci sarà il ritorno sulla Terra. Dopo, occorrerà fare i conti con il Paese reale e con i problemi irrisolti, con la necessità di andare avanti a testa bassa sino a quel passaggio obbligato, che da un settantennio condiziona la vita del Bel Paese con l’elezione del Presidente della Repubblica, nel 2022, secondo modalità inadeguate ma inossidabili, che paradossalmente saranno vieppiù discutibili proprio dopo il prossimo referendum confermativo, perché il Presidente sarà votato da Camere di fatto delegittimate, già in fase di smantellamento, nella prospettiva di un futuro d’ispirazione oligarchica, quando a votare saranno poche centinaia di delegati da partiti di seconda, terza e quarta generazione. Altro che Presidente eletto dal Popolo, a suffragio universale e di tutti gli italiani, magari con il premier “tecnico” di turno… Ma che importa, del resto siamo ormai destinati al paradiso, quello che si annuncia con il 2021, anno di Dante, posto che stiamo scontando il Purgatorio e quelli più sfigati di noi sono già all’inferno.

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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