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Torneo dell’Amicizia: oggi oltre 200 rifugiati e migranti allo stadio Olimpico per l’evento del Coni Lazio

A poche ore dalla fine del campionato di Serie A, oggi lo Stadio Olimpico di Roma ha riaperto le porte al calcio, quello solidale che ha visto scendere in campo oltre 200 giovani rifugiati e migranti provenienti da CAS (Centri Accoglienza Straordinaria), SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), Caritas e Città dei Ragazzi (minori) protagonisti della 3^ edizione del Torneo dell’Amicizia, manifestazione che rientra nell’iniziativa del CONI Lazio “L’Olimpico apre allo sport” e comprende anche Emozione Olimpico e la festa finale dei Centri CONI del Lazio (in programma giovedì 24 maggio).

L’evento, unico nel suo genere in Italia, è stato realizzato in collaborazione con la FIGC, l’AIA, le prefetture di Roma e Rieti e ha avuto il patrocinio dell’UNHCR.

Sul prato verde dell’Olimpico è andata in scena una mattinata emozionante, con le 10 squadre, a ciascuna delle quali è stato assegnato il nome di un Rione della Capitale, che si sono sfidate in un girone all’italiana fino ad arrivare alla finale del torneo. Alla fine, ha vinto il Rione Testaccio che ha superato 4-3, ai tiri di rigore, il rione Monti, detentore del titolo. Testaccio era la squadra composta dai minori ospiti della Città dei Ragazzi che sono anche inseriti all’interno del progetto FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) del CONI e ministero dell’Interno.

A vincere, alla fine, è stato il forte messaggio di solidarietà lanciato dal CONI Lazio, promotore dell’evento: “Vogliamo creare momenti di sport e amicizia che dovrebbero rappresentare la normalità per ragazzi di questa età – ha dichiarato il presidente Riccardo Viola -. Inoltre grazie all’UNHCR, la squadra vincitrice prenderà parte alla partita Champions with refugees in programma allo Stadio delle Tre Fontane il 23 giugno e per loro sarà un’altra nella occasione per vivere una giornata indimenticabile

La cosa più difficile da capire per i ragazzi che arrivano tra mille pericoli – ha spiegato con proprietà di linguaggio Lancine Diabate, immigrato nel 2009 dalla Costa D’Avorio e capitano del Rione Monti, sconfitto ai rigori dal Testaccio  – è come mai prima vengono salvati e poi lasciati al loro destino. Loro hanno conosciuto le due facce dell’immigrazione. Integrazione è una bella parola, ma lascia ancora due mondi distanti; io parlerei piuttosto di scambio culturale.”

Sono intervenuti alla manifestazione, tra gli altri: Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR; Roberto Tavani per la Regione Lazio; Roberto Leone, viceprefetto aggiunto della Prefettura di Roma; Cecilia D’Angelo, dirigente del Territorio del CONI; Tonino Mancuso dell’USR Lazio.

 

Foto: Riccardo Piccioli
Foto: Riccardo Piccioli
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