Credo che mai come adesso, col ponte aereo in atto da Kabul, con l’aria d’emergenza che tira, si evidenzi il ruolo di una Compagnia di Bandiera che non soltanto dia forza al brand di un Paese che conta, ma che eserciti un essenziale ruolo strategico e di sicurezza, interno ed estero. Siamo tutti imbarazzati dal diktat della Commissione Europea, che da una parte ci premia con il top del Recovery e dall’altra ci impone la rottamazione di Alitalia e l’adozione di una struttura di ridotto profilo (ITA, tagliando LIA) a tutto vantaggio delle Aziende concorrenti interessate, come Air France e Lufthansa, non soltanto sulle rotte del medio raggio, ma mettendoci totalmente fuori dal lungo raggio, dal traffico internazionale, dalle opportunità che fanno la differenza per un Paese che ambisce ad ruolo leader, per cultura, turismo e scambi commerciali, membro del G7 e del G20. I problemi di gestione di Alitalia non legittimano logiche suicidarie e la rinuncia, cui adesso siamo costretti, dovrebbe farci riflettere sulla generosità pelosa di Bruxelles e Francoforte. Dunque, perché non trasferire parte della flotta civile all’area di competenza militare, visto che poi a loro tocca supplire in caso di necessità interne ed estere, compresi i velivoli per la “ineludibile” calamità degli incendi ?