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Sport

Stéphanie Öhrström, dalla Svezia a Roma

Secondo il più comune degli immaginari popolari, si pensa erroneamente che chiunque provenga dai Paesi più a nord dell’Europa sia una persona “a sangue freddo”: in base all’opinione di chi scrive, applicando questo concetto al calcio mantenere la lucidità è fondamentale, per chiunque dei ventidue atleti che scendono in campo, ma soprattutto per il portiere, l’estrema difesa che si frappone tra la sfera e gli esagoni della rete che protegge.

Un famoso proverbio afferma che “tutte le strade portano a Roma”, anche quando il viaggio comincia da molto lontano, da uno dei Paesi più a nord dell’Europa, ad esempio la Svezia: Stéphanie Öhrström ne è l’esempio concreto.

Nata a Trelleborg, cittadina a circa trenta chilometri di distanza da Malmö, il dodici gennaio 1987, Öhrström si trasferisce in Italia nel lontano 2010, per disputare il campionato di Serie A tra le fila del Bardolino Verona: in sei stagioni con la maglia delle gialloblù, in un’occasione scende in campo anche come attaccante, segnando una marcatura contro la Scalese. Inoltre vince, da titolare inamovibile, uno scudetto nel 2015.

Nel 2016 si sposta a Firenze, dove con addosso la maglia della Fiorentina conquista, in cinque stagioni, uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, ereditando anche, nell’ultima stagione, la fascia di capitano indossata fino ad allora da Alia Guagni, storica bandiera del calcio fiorentino.

Da Firenze a Roma, ha disputato la scorsa stagione con la maglia biancoceleste, in un campionato estremamente difficoltoso per la società capitolina, che terminerà con la retrocessione nella serie cadetta: la disastrosa gestione di Carolina Morace compromette la stagione fin dalle prime giornate, ma Öhrström, schierata subito titolare, non delude le aspettative della tifoseria, offrendo in diverse occasioni prestazioni di alto livello. Al termine della stagione lascia la Lazio ma non la Città Eterna, firmando un contratto con la Roma dove attualmente ricopre il ruolo di terzo portiere alle spalle di Camelia Ceasar e della connazionale Emma Lind.

Öhrström è un estremo difensore affidabile, di grandissima esperienza tra i pali, che fa della reattività la sua dote migliore: svedese, ha compiuto tutta la trafila della giovanili per poi essere chiamata in Nazionale maggiore nel 2014, senza scendere mai in campo. Il suo apporto sarà sicuramente prezioso, sia per tenere unito lo spogliatoio sia per far crescere ulteriormente Emma Lind, già nel pieno della carriera e pronta per la sua prima chiamata in Nazionale maggiore, sia per rispondere presente ogni volta che verrà chiamata in causa quando sarà il suo momento di scendere in campo.

Costanza Musso

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