Ieri, con il lucido discorso del Presidente Biden, si è confermata quella che prima appariva solo una ipotesi, una possibile spiegazione per un comportamento contro la logica del nostro comune pensiero. E invece, no, sI tratta proprio di una scelta consapevole. Gli USA hanno staccato la spina all’Afghanistan e hanno mandato i malora ogni cosa in nome del male minore, hanno “suicidato” persone, collettività, speranze, stima e fiducia anche degli alleati europei, coinvolti in una vicenda tra le più disgraziate della storia. Come gli americani che si erano precipitati l’11 settembre del 2001 dalle Torri Gemelle in fiamme, ieri gli afghani si sono lasciati andare dai carrelli di un supervelivolo della Air Force, dando una rappresentazione pura, dilacerante, della disperazione umana. Eppure Joe non ha fatto una piega, né il minimo accenno al volo di quegli emuli di Icaro, a quel formicaio impazzito in Kabul e nelle provincie, di donne e uomini, bambini, sacrificati all’imperativo “America First”. E gli europei dell’Euro? Adesso, dopo l’ennesimo disastro subito, senza aver avuto voce in capitolo, ancora versando sul conto del vecchio debito contratto per via della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, ci si accorge che la politica internazionale della UE è inesistente, che il Parlamento Europeo è appena autoreferenziale in quel di Bruxelles, che la Commissione Europea viene considerata un Bancomat … E la Nato con le ambiguità turche? E l’ONU con gli stantii diritti di veto dei vecchi vincitori di ottant’anni fa? Macché, in realtà contano interessi pelosi, sempre i soliti, quelli che stanno condannando il Pianeta e gli umani ad una fine miserevole. Tra i Sette Vizi Capitali, emerge silente e letale l’accidia, che stritola tra le spire della cinica suicida indifferenza, con i buoni sentimenti, ogni umana speranza per un futuro migliore.