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Soli e abbandonati, ma dove ?

“E volarono sino al Paese che non c’è, quello dei bambini smarriti.” … Altro che favole, si rischia di mandare di traverso l’Europa comunitaria per ragioni pelose, relative agli immigrati economici, i disperati che tutti vorrebbero indirizzare alla porta accanto. Certo, quando ad essere salvati ed accolti sono personaggi, maschi adulti, giovani e in buona salute, strutturati come armadi a quattro ante, l’idea di aver teso la mano a disperati all’ultimo stadio è abbastanza dubbia. Diversamente capita con mamme e bambini, ragazzi minori, nei confronti dei quali sentiamo tutti rispetto e responsabilità, il sentimento di doverli integrare nella nostra comunità, in cui l’orologio biologico tende a fermarsi sulle ore tarde, verso l’imbrunire. E allora? Allora massima attenzione ed impegno per quelle giovani vite che la sorte perversa ci affida? Macché, ce ne perdiamo letteralmente per strada uno su due e sono migliaia e migliaia i minori salvati, accolti in strutture e quindi scomparsi praticamente nel nulla tra le pieghe di un Paese, il nostro, che la vera accoglienza non l’ha mai seriamente concepita e l’ha vissuta in tutti questi anni soltanto come una emergenza. Per questo, credo che sia un atto di vera responsabilità quello in primis di mettere ordine sul pregresso, su quanto accaduto sino ad ora, rispetto alla necessità di capire quante, dove e come sono collocate le centinaia di migliaia di persone irregolari ma di fatto a nostro carico, che sono ovunque disperse entro i nostri confini, visto che di confini nazionali si continua a parlare, nonostante l’Accordo di Schengen sulla libera circolazione in Europa. Ma, tornando ai minori sbarcati in Italia e scomparsi nel nulla, cosa vogliamo fare ? Sappiamo che gli orchi esistono , contrariamente alle sirene, agli unicorni ed ai vampiri, mostri in agguato con i più diversi inconfessabili interessi. La proposta è quasi banale, ma straordinariamente concreta, ovvero quella di organizzare l’attenzione sul fenomeno, di guardarci intorno e di segnalare, di non rimuovere quelle immagini che spesso ci disturbano e finiamo per ignorare. Ogni essere, in palese stato di difficoltà e abbandono, va considerato non come un problema, ma come una opportunità di recupero rispetto ad una situazione limite, oltre la quale c’è la prospettiva del non ritorno, la terra di nessuno nella quale vivono anche gli oltre trentamila minori, prevalentemente bambini stranieri, ultimamente scomparsi nell’italica nebbia .

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

  

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