Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rolando Roberti, papà di due bimbi, un maschietto e una femminuccia che frequentano l’Istituto Comprensivo Ardea II, indirizzata al Sindaco di Ardea, Mario Savarese, al Vicesindaco, Morris Orakian, all’Assessore alla Cultura, Sonia Modica, al consigliere Paola Soldati, al ministero dell’Istruzione MIUR e alla Regione LazioSi tratta di un vero e proprio appello, a tutela degli alunni delle scuole nell’intento di trovare soluzioni politiche e culturali adeguate per ritagliare all’interno degli istituti, sempre più spazi adeguati dove gli studenti possono prendersi i loro momenti, in perfetta e totale dignità.
SCUOLA, FUTURO, INTEGRAZIONE?
È l’interrogativo che mi pongo, come molti altri genitori, nei vari territori italiani. Oggi avere un lavoro, una casa ed una famiglia, avere dei figli di cui prenderci cura, avere una responsabilità ed essere parte attiva in un processo di crescita dei bambini, TUTTI I BAMBINI, non solo i ns. deve essere il tema principale delle discussioni sociopolitiche attuali.
Discussioni che il ns territorio (Ardea) sembra aver dimenticato o non considerare.Oggi ci dovremmo fortemente preoccupare, di restituire quella tranquillità, che i
nostri genitori ci avevano dato quando eravamo bambini, quella serenità che sentivamo pensando al domani e che ha fatto in modo di farci credere nelle
potenzialità di ognuno di noi.
Oggi sembrano diventati drammi le bocciature dei figli o qualsiasi altra piccolezza, come ad esempio la sconfitta della squadra di calcio preferita.
Preoccupazioni banali che ci fanno distogliere da quello che la realtà rappresenta veramente.
Se da una parte preoccuparsi del futuro non serve ad altro che a renderci infelici, non possiamo sottovalutare, anche in questo caso, quanto sia importante che queste sicurezze le debbano dare gli organi istituzionali, lo stato, le regioni, gli enti locali e per ultimo, ma di primaria importanza le scuole, si! sempre le scuole. Questo futuro, oggi più che mai, deve necessariamente passare attraverso quel processo di integrazione che è l’inclusione, una parola a volte banalizzata ma che rischia di portare conseguenze catastrofiche per il vivere collettivo di una comunità e paese, che può far scivolare nell’oblio della degenerazione culturale e civile se viene annullata.Non posso fare mistero al riferimento di quanto sia attiva e efficacie l’inclusione, anche nella vita scolastica, dei bambini “SPECIALI”.
Non possiamo e non dobbiamo nasconderci nell’alibi del “non mi riguarda”. Il mondo a colori personale, che alcuni bambini vivono (sindrome di Down, diversamente abili fino a chi ha il disturbo dello spettro autistico), deve inevitabilmente intersecare e interagire con il “mondo normale” a cui siamo abituati. Dobbiamo iniziare a capire e a muoverci per questo, perché quei bambini/ragazzi e futuri uomini sono e devono essere una risorsa.
Ogni fine estate il mio pensiero, anche per una condizione familiare, và a tutti quei genitori che devono affrontare il ritorno a scuola, i mille pensieri e le innumerevoli paure che naturalmente li assalgono e che sono fonti di preoccupazione. Come ogni anno il 2 APRILE 2022 ricorrerà la quattordicesima giornata della consapevolezza sull’autismo, arriviamoci preparati!
Questo secolo ha evidenziato, causa virus Sars Covid 2, le forti carenze sociali e istituzionali e soprattutto di preparazione di uno stato fortemente impreparato. Un periodo particolare, in cui si è affrontata una “guerra”, che per le famiglie di questi ragazzi ha acuito il senso dell’abbandono, immaginando i loro sforzi per non perdere il contatto con la scuola, faticando affinchè la DAD, non facesse in modo
di far perdere le relazioni con la scuola, con i compagni, con gli insegnanti e comunque con la società.
Queste famiglie e soprattutto i loro figli, sono costrette, ancora oggi, ad un isolamento dalla vita pubblica e sociale, sia per una mancanza di una rete di coordinamento, di comunicazione e per la non integrazione totale tra la personacon disabilità e il contesto socioculturale, ma anche per gli stessi operatori che sono disorientati e impreparati, non per demeriti propri ovviamente, a gestire i loro umori, messaggi e comunicazioni e soprattutto impreparati a gestire il loro tempo, un tempo che gli appartiene e che devono avere, condizioni a volte anche più frustranti per quelle famiglie, a cui manca l’aiuto delle istituzioni, anche locali. Dobbiamo trovare soluzioni politiche ma anche e soprattutto culturali per chiunque abbia un disagio, di qualunque natura, anche e soprattutto nel contesto didattico e in tutti gli ambienti scolastici.
È necessario trovare un impegno diverso, affinché questi ragazzi, trovino all’interno degli istituti, spazi adeguati dove poter prendersi i loro momenti, in perfetta e totale dignità e non doversi sentire esclusi ma inclusi in un percorso fondamentale che è la VITA, perché dobbiamo pensare, come scrisse e cantò tanto tempo fa’ Rino Gaetano
IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU……… RENDIAMOLO SPLENDENTE
Sperando che si possa avviare un confronto tra l’ente locale, la scuola e i genitori, per creare spazi condivisi per una crescita civile e culturale di tutti, perché i bambini vanno a scuola con bambini “diversi” e se sentono dire dagli adulti “guarda quello è nero, giallo oppure è strano” ti guardano come se ascoltassero una notizia senza significato, ti guardano domandandoti, che cosa c’è di diverso?”
Saluti Rolando Roberti
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