Cari ragazzi, ci risiamo! La storia si ripete e purtroppo noi, destinatari potenziali di un disastro, abbiamo la memoria corta o siamo accecati da un insano egoismo, da suicida superficialità, sino a scherzare disinvoltamente con il fuoco. E vengo al dunque. Ieri, il Tribunale del riesame presso la Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Genova, adesso sovraimpegnata anche per le indagini sul disastro del Ponte “Morandi”, che chiedeva la conferma del sequestro di ogni bene o meglio di ogni disponibilità economica passata, presente futura di un Partito (la Lega ) fino alla concorrenza dell’importo di 48.969.617 euro, cifra stimata per una presunta truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali erogati tra il 2008 e il 2010, secondo un procedimento giunto all’Appello e prossimo alla Cassazione . Io sono tra quelli che dovrebbero gioire, con un filino di bava alla bocca, per aver vissuto lo tsunami di liquami che sommerse indebitamente e prioritariamente Bettino Craxi, il Partito Socialista Italiano, quindi tutti gli altri, meno quello che rimaneva del PCI, chiuso con il suo ultimo Congresso il XIX a Rimini, quindi il PDS, Partito Democratico della Sinistra, Segretario Achille Occhetto. Per la verità, sopravviveva anche la Lega Nord , fondata appena nel 1989 e sospinta dallo storico slogan “Roma ladrona!”, ma iniziava l’agonia dell’Italia, lasciata in balia del giustizialismo, di improvvisatori, parvenu, dilettanti allo sbaraglio, filibustieri senza remore, speculatori e promotori dell’Europa eurocentrica con un Parlamento privo di poteri concreti tra Strasburgo e Bruxelles, con una Commissione ‘supereuroburocratica’, sempre a Bruxelles ed una Banca Centrale sostitutiva delle funzioni sostanziali di quelle nazionali, in Germania, a Francoforte . Nel 1993, tra lanci di monetine, insulti, fischi e pernacchie si faceva di tutta l’erba un fascio, avendo scoperto, con l’acqua calda, l’evidenza storica del finanziamento illecito dei partiti democratici, iniziato probabilmente con la oscura destinazione dell’Oro di Dongo e proseguito in quasi mezzo secolo per vie traverse, a partire da quelle internazionali legate alle logiche e agli interessi collegati agli schieramenti est – ovest, alle ideologie e agli interessi che sono sistematicamente transitati nell’Italico Stivale, anche in modo cruento, finanziando le più diverse attività destabilizzanti, compreso il terrorismo presunto di sinistra, piuttosto che di destra. Corsi e ricorsi, provvedimenti giudiziari così radicali e drastici come quello che riguarda adesso un Partito di vertice, di Governo e di peso extra-nazionale com’è indubbiamente la Lega, per un importo – al cambio virtuale euro/ lire – di circa novantaquattro miliardi, non trovano riscontro storico nemmeno nei maxi-sequestri alla mafia. Tanto per tornare all’esperienza vissuta con la catarsi della prima Repubblica, quando a bocce ferme o nel corso dei processi i più furono scagionati, al netto dei sucidi, della distruzione vite, carriere, famiglie, aziende, cultura e storia dei movimenti politici da metà Ottocento alla fine del Novecento, il danno di quella azione indiscriminata e generalizzata era compiuto e irreversibile. Adesso, alla vigilia della ormai prossima consultazione europea, in un clima di possibile cambiamento degli equilibri, viene sostanzialmente minata l’immagine e la capacità operativa di una forza dalle motivazioni anche discutibili, ma proprio per questo indubbiamente in crescita e determinante. La cosa paradossale è che quanto avviene dimostra come la cura dei fautori di “Mani Pulite” basata sulla campagna di “Tangentopoli” e sul convincimento che i politici fossero tutti ladri, meno alcuni, ha portato non soltanto il Paese nella condizione attuale, che per le Agenzie di Rating è vicina alla catastrofe, ma che la ruota inesorabilmente gira e che la prudenza e la temperanza unite alla fermezza, l’equità possibile del giudizio, l’amor patrio dovrebbero ispirare coloro che rischiano di attuare cure peggiori del male. E voglio concludere con una vicenda che è esemplificativa del concetto. Sempre ieri, si è diffusa la notizia che buona parte dei protagonisti della tormentata vicenda “Diciotti”, ovvero gli stessi possibili testimoni contro o a carico di quanto di criminoso pare sia avvenuto e dei relativi indagati, dagli scafisti al Ministro dell’Interno Salvini, si sono dati tranquillamente alla macchia, insalutati ospiti del Vaticano, senza lasciar traccia della loro identità e della loro destinazione finale. Credo che, a parte le giustificazioni di maniera, per il resto regnino l’amarezza degli italiani e l’ilarità dei popoli cugini e “comunitari”, diversamente impegnati a man salva nel surreale tentativo di imporre elezioni democratiche certe della regolarità in Libia: come dire ci vediamo a dicembre per un caffè su Marte…
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale
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