Mancano pochi giorni al 9 aprile e già il botteghino del Vascello sta per arrivare al tutto esaurito, per la prima di Bailamme – Opera musicale povera e senza musica, l’ultima produzione del Centro Artistico Internazionale Il Girasole, per la regia di Simone Barraco.
Una scrittura scenica ispirata alle opere di Brecht che riporta una fotografia del mondo contemporaneo in una versione brechtiana-pop.
Lo spettacolo si autodenuncia fin da subito come messinscena, abbattendo la quarta parete e scrollandosi di dosso ogni sorta di naturalismo.
In questo gioco meta-teatrale strutturato da diversi livelli stilistici (narrazione e azione, linguaggio solenne e popolare, canto e parlato, economia politica e registro grottesco, religione e demistificazione) i temi si materializzano in situazioni grottesche, tese fino a limiti che non permettono di identificarsi e cariche di segni sovrapposti che moltiplicano le prospettive da cui guardare i fatti.
Il titolo Bailamme, dal turco《bayram》, confusione di gente che va e viene, baraonda. Il mondo di oggi non è forse una baraonda? Un susseguirsi di improbabili governi, crisi economiche, attacchi terroristici, minacce nucleari.
È in questo clima di “confusione” che i personaggi prendono vita: dagli “ultimi” in conflitto fra loro, (quella parte di popolazione che, sempre più vicina alla soglia di povertà, lentamente subisce un processo di schiavizzazione), ai “potenti della terra”, stralunati, viziati, ipocondriaci, violenti, che si arrovellano alla ricerca di strategie da adottare per transitare, senza troppo clamore, anzi, col nostro consenso, verso l’era del post-nazionalismo, dove un unico governo mondiale sostituisca il potere sovrano dei singoli Stati del mondo.
In mezzo a loro troviamo Cristopher, l’ingenuo guardiano dello zoo, che per cercare Berta, una scimmia scappata dalla gabbia, si imbatte in una serie di eventi che lo portano a diventare il nuovo Messia hashtag anni 2000.
La drammaturgia è suddivisa in 14 quadri, come le istanze della Via Crucis, presentati dal narratore. Circa una cinquantina i personaggi si alternano in scena caratterizzati dai costumi di Davide Zanotti e dieci gli attori che, passando da un personaggio all’altro, vivono all’interno di un quadrato fatto di sole luci creato ad hoc dal noto light designer Luigi Biondi. La scenografia affidata alla bravura di Fiammetta Mandich, è minimalista e gli “oggetti” acquisiscono man mano una pluralità di funzioni.
Il dramma scorre con il ritmo frenetico di una catena di montaggio e in un’ora e trenta circa “racconta” fenomeni economici, politici, religiosi, storici e culturali del nostro tempo, attraverso buffi e sgangherati personaggi che dalla scena arrivano al pubblico, facendolo diventare parte della storia, della nostra storia.
Frequenti sono i momenti coreografici creati da Vincenzo Gentile e i concertati a sottolineare la coralità dell’azione.
Il codice canoro (orchestrato dall’esclusivo uso della voce e degli oggetti risonanti) si alterna senza colpo ferire al parlato ordinario.
“Bailamme nasce sicuramente dalla sensazione di impotenza mista a solitudine” ci spiega Dora D’Agostino regista collaboratrice “Se l’uomo è un animale sociale, una volta arrivati a questo punto, in cui gli ultimi sono contro gli ultimi, in cui il capitalismo irrazionale diventa l’unico valore, dove si va? E cosa ne resta del potenziale umano?”.
L’appuntamento è il 9 aprile alle ore 21, presso il Teatro Vascello in via Giacinto Carini 78, Roma.
Per info e prenotazioni Tel. 320.87.24.713 – 06.98.37.33.43.
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