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Primo Piano

Roma blindata per i funerali di Papa Francesco: un piano di sicurezza mai visto prima

Roma si prepara per i funerali di Papa Francesco: il piano straordinario e le misure di sicurezza imponenti per l’arrivo di Capi di Stato e non solo

Roma blindata per i funerali di Papa Francesco: un piano di sicurezza mai visto prima (Ansa Foto) – lecodellitorale

Oltre 200mila persone attese, 170 delegazioni straniere in arrivo e una città intera che si prepara con il fiato sospeso. Roma è pronta ad affrontare uno degli eventi più delicati e solenni degli ultimi anni: i funerali di Papa Francesco, previsti per sabato 26 aprile. Un appuntamento che va oltre il significato religioso, trasformandosi in una vera e propria sfida logistica e di sicurezza per le autorità italiane.

Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, lo ha definito senza mezzi termini un “piano senza precedenti”. E basta dare un’occhiata ai dettagli per capirne la portata: no fly zone già attiva, tiratori scelti posizionati sui tetti di piazza San Pietro e dintorni, e persino sistemi anti-drone in grado di intercettare e neutralizzare velivoli non autorizzati. Il tutto per garantire la massima protezione a fedeli, delegazioni e autorità in arrivo da ogni angolo del mondo.

San Pietro sotto controllo, tra tiratori scelti e bazooka anti-drone

Il cuore della cerimonia sarà ovviamente piazza San Pietro, ma l’intero quadrante cittadino, da via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo, sarà blindato. A vigilare dall’alto ci saranno cecchini dell’esercito, mentre a livello del suolo si muoveranno pattuglie delle forze dell’ordine in divisa e in borghese, coordinate da una task force interforze che comprende Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile.

San Pietro sotto controllo, tra tiratori scelti e bazooka anti-drone (Ansa Foto) – lecodellitorale

Uno degli strumenti più innovativi sarà il bazooka anti-drone, un dispositivo capace di interrompere le comunicazioni tra il drone e il suo operatore, obbligandolo a un atterraggio forzato e sicuro. “Abbiamo disposto il divieto di sorvolo su tutta l’area”, ha ribadito Giannini, sottolineando come il rischio aereo resti tra le priorità della sicurezza.

Protezione civile e volontari in campo: l’impegno dietro le quinte

Accanto alla macchina della sicurezza, c’è anche quella dell’accoglienza. Il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, ha illustrato un altro aspetto fondamentale del piano: garantire assistenza medica e logistica alle centinaia di migliaia di persone che vorranno rendere omaggio al pontefice. “Abbiamo previsto 250 operatori sanitari aggiuntivi e oltre 2500 volontari in campo”, ha spiegato. Saranno posizionati posti medici avanzati e saranno aumentati i punti di accoglienza, come quello di Centocelle, potenziato da 4000 a 7000 posti.

In fase di valutazione anche l’utilizzo del sistema It Alert: messaggi brevi, in più lingue, che verranno inviati ai telefoni cellulari delle persone presenti nell’area di San Pietro per fornire informazioni utili in tempo reale. Il tutto con un solo obiettivo: evitare assembramenti pericolosi e rendere fluido il flusso dei fedeli.

Una città in allerta, tra sicurezza, emozione e memoria

Il Comando della Polizia Locale di Roma ha già rafforzato la sua presenza in tutta l’area vaticana, predisponendo più di duemila agenti per gestire traffico, sicurezza urbana e prevenzione dei reati. In strada ci saranno anche agenti in borghese, pronti a individuare e contrastare episodi di abusivismo e borseggi, mentre la Polizia Fluviale controllerà anche il Tevere e le sue banchine, per garantire una sorveglianza davvero a 360 gradi.

È difficile ricordare un dispiegamento di forze di questo livello nella capitale. Ma, d’altronde, non si tratta di un evento qualsiasi. Roma si prepara a dire addio a Jorge Mario Bergoglio, il papa venuto “quasi dalla fine del mondo”, e lo fa mettendo in campo ogni risorsa possibile. Non solo per proteggere, ma anche per accogliere, per accompagnare un momento di profonda commozione collettiva.

In mezzo a questa gigantesca macchina organizzativa, rimane una domanda sospesa nell’aria: come sarà il mondo, e la Chiesa, dopo Papa Francesco? Intanto, Roma si ferma. Ma lo fa con ordine, rispetto e una precisione chirurgica che lascia poco spazio all’improvvisazione.

Giancarlo Spinazzola

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