Questa storia del “fine prescrizione mai” mi fa pensare al Conte di Montecristo, personaggio straordinario uscito dalla fantasia di un gigante della letteratura come Alessandro Dumas (padre) che tra il 1844 e il 1846 trovò il modo di divulgare i principi di una giustizia giusta, attraverso un romanzo d’appendice lungo diciotto puntate. Com’è noto, il capitano Edmond Dantes, vittima di una lettera anonima, che lo accusa di essere un agente bonapartista, finisce nelle grinfie di Gerard Villefort, Sostituto Procuratore del Re, che approfitta del caso a fini carrieristici e pur in presunzione d’innocenza, spedisce Dantes nel Carcere di massima sicurezza, il Castello d’If, buttando la chiave. Se Edmond non avesse incontrato in cella l’Abate Faria, sarebbe rimasto sepolto a vita nella tetra fortezza, senza alcuna possibilità di dimostrare la propria innocenza. Ecco, prendo spunto da dal genio intuitivo di Dumas per dire che il ” fine prescrizione mai”, per chi è innocente, è quanto di peggio, direi di orribile possa capitare in nome di Iustitia, la divinità fuggita nella costellazione della Vergine, perché schifata degli umani comportamenti.
Ruggero Alcanterini
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