Ieri l’Italia della palla ovale ha gioito per la storica vittoria sul Sud Africa in quel di Firenze. Io ho avuto un pensiero per quella Città, che ha visto premiare nella sofferenza agonistica, nella passione di un pubblico straordinario, sul campo che volle il Marchese Ridolfi, la qualità dei nostri “azzurri”, eredi morali di una tradizione, che vede proprio nel Calcio Storico Fiorentino il caposaldo di un gioco che viene da molto lontano e che oggi è divenuto addirittura la pietra angolare del fair play nello sport. In questa circostanza, però, non posso dimenticare quella che negli ultimi anni della sua lunga storia è stata la culla di un movimento positivo, di una vera e propria filosofia di vita, com’è il rugby e intendo lo Stadio Flaminio a Roma, abbandonato nella sua orrenda fatiscenza. Quell’impianto, firmato prima da Piacentini e poi da Nervi, dopo aver traguardato le celebrazioni del mezzo secolo di Unità dell’Italico Stivale, i vittoriosi Mondiali di calcio nel Ventennio e i XVII Giochi Olimpici del 1960, appena sette anni fa ospitò anche un Italia-Francia del Sei Nazioni con quarantamila spettatori e soprattutto il memorabile show de Le Matite Colorate, che con il CNIFP presentarono l’Inno “Gioco corretto e fair play”. Il mio sogno, il mio appello di oggi è che il Flaminio possa tornare a vivere i suoi momenti di gloria, che sia restituito alla sua funzione, alla sua dignità!
Ruggero Alcanterini
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