La morte accidentale, avvenuta due giorni fa su strada e in sella alla sua inseparabile bici, toglie di scena un protagonista dello sport, come professionista e come filosofo. Michele Scarponi, uomo simbolo del ciclismo pulito, vincitore del Giro d’Italia 2011, privato del giusto vero trionfo in rosa da Alberto Contador, squalificato per due anni, a tempo debito, per doping (positivo al clenbuterolo il 21 luglio del 2010) aveva mantenuto il suo orientamento positivo, fatto di amore e disincanto. La sciagura che in pochi attimi ha involato il Campione di Filottrano, trasferendolo tra gli iperborei, ha sollevato una forte ondata emotiva e di attenzione per la sicurezza dei ciclisti nel nostro Paese. Sembra quasi un segno del destino, perché lo sgomento e il dolore hanno colpito l’immaginario collettivo a pochi giorni dalla partenza del “Centesimo” GIRO D’ITALIA : Lui, Michele, non ci sarà, come non ci saranno altre migliaia di persone, morte per “omicidio stradale” o altre cause, comunque principalmente ascrivibili alla mancanza di un seria cultura del rispetto delle regole e in particolare di attenzione alla sicurezza dei ciclisti, cui dovrebbero essere dedicate vere piste ciclabili e normative stringenti. Questo è uno dei motivi per cui molti come me, appassionati delle due ruote, sono costretti alla rinuncia. Andare in bicicletta in strade a traffico normale equivale ad affrontare il micidiale gioco della “roulette russa”. Chi vi parla fece la scelta di smettere, tanti ani fa, nella consapevolezza del rischio, dopo il quarto bruttissimo incidente senza conseguenze. Posso dire che la mia ultima pedalata avvenne qualche anno fa in Olanda, nel Parco del Museo Van Gogh, raggiungibile soltanto a piedi o in bici. Comunque, voglio citare il modello danese che, oltre le “ciclabili”, prevede per i ciclisti priorità assolute. In conclusione, con investimenti strategici per la ciclo-mobilità, non soltanto vengono salvate vite sulla strada, ma sicuramente anche nella collettività , agevolata nella salute con un corretto stile di vita, con minori costi appunto per la sanità. (Tra le immagini, oltre la pagina di Festa di Maggio – Orio Vergani 1940 – con un disegno di Marco Vellani Marchi, aggiungo il Gioco del Giro d’Italia, Marca Stella, anche lui “centenario”, che feci riprodurre e distribuire con il Centro Studi/Documentazione/Ricerche dell’AICS e la Gazzetta dello Sport, giusto venti anni fa, in occasione dell’Ottantesimo del Giro
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