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RIFLESSIONI DEL DIRETTORE – LA BELLEZZA VIOLATA

Vi ricordate quando qualcuno, in occasione della visita di Hassan Rohani, più realista del re e più zelante di “Fantozzi”, ritenne di dover incartare i nudi artistici dei Musei Capitolini? Quello fu un segnale su cui c’era davvero poco da ridere, che presupponeva una nostra orribile marcia indietro sui principi di libertà, di sovranità, eppure si finì per “obbedir tacendo”. Anche in Vaticano, qualcuno aveva messo le braghe ai nudi michelangioleschi della Cappella Sistina, ma è anche vero che dall’episodio sono passati almeno quattro secoli. Io non trovo alcuna differenza nell’animo di chi si accanisce contro la natura, le opere dell’arte, la pulizia che rende estetico un manufatto o un mezzo mobile come metro e bus, piuttosto che un prato o una strada lasciati andare nel sudiciume, ma ancora di più chi causa ferite orrende sulle persone e sulle donne in particolare per privarle della loro identità esteriore, nell’intento di sfigurarne anche quella interiore. Questi odiosi comportamenti si stanno diffondendo, anche grazie alla pubblicità che se ne fa e che innesca emulazione, ma anche per via della insulsa e demenziale tolleranza che c’è, peraltro giustificata da leggi inadeguate e la pretesa sociologica di chi dovrebbe contrastare energicamente questa pandemia e comminare pene adeguate, drastiche e invece tende ad una complice indulgenza. Ma tant’è e così da isolati attentatori folli si è passati ad una sorta di stupro di massa, dalla distruzione dei Budda in Afghanistan, alla devastazione dei musei mesopotamici, alla evirazione di Palmira e alla stessa uccisione del suo archeologo mèntore Khaled Asaad. Dall’altra parte, la follia “iconoclasta” si è diffusa in ogni parte del mondo attraverso orrendi e finti artisti di strada, dai graffitari di borgata, che con le bombolette spray e la vernice indelebile hanno fatto e fanno non meno danno degli appassionati dell’acido, con cui si usa aggredire chi si vuole distruggere, piuttosto che uccidere. Attenzione che questa furia distruttiva si accompagna ad altre cattive abitudini, che si vanno man mano introducendo tra le collettività occidentali, troppo permeabili rispetto alla cattiveria “giustificata” di chi ci rimprovera di non occultare la bellezza.

Ruggero Alcanterini

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