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RIFLESSIONI DEL DIRETTORE – A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

Se fosse vero che gli assedianti di Mosul avrebbero concordato una via di fuga per migliaia di armati ISIS verso Occidente, ovvero verso la Siria, giustificandolo come corridoio umanitario, avremmo due opportunità possibili: la prima di salvare da una ulteriore carneficina gli abitanti della seconda città dell’Iraq; la seconda di rinvigorire le forze combattenti contro Bashar al-Assad, alimentando ancora un conflitto apocalittico ormai a rischio di…spegnimento. Penso questo per sottolineare il cinismo con cui operano gli attori di un gioco, da cui nostro malgrado non siamo estranei e che ci ha regalato nella notte scorsa un altro “bonus” di quattromila fuggiaschi, tredicimila nelle ultime trentasei ore. Dopodiché ci sollazziamo con le gag tra Trump e la Signora Clinton, da cui sono dipese e dipenderanno scelte di gioco, anche per noi molto pericolose, mentre veniamo messi in apprensione rispetto a lettere di risposta dei funzionari della Commissione Europea, che tengono sotto scacco i Paesi di Sistema, che dispone di un Parlamento senza poteri, dando compiti, voti e pagelle ai Governi dell’Unione, a cominciare dal nostro. I cugini francesi non usano mezzi termini ed hanno mobilitato le forze di polizia per sgomberare con la forza la Jungla a Calais, divenuta il “tappo” d’accesso via terra al Regno Unito ed hanno chiuso da tempo la frontiera con l’Italia a Ventimiglia. Noi minacciamo inutilmente di gestire a nostro modo migranti e rifugiati, di trattenerci il danaro dai contributi da versare all’Europa, di metterci al collo l’alloro dei primi nella gara per l’accoglienza, ricordando ancora lo tsunami albanese del 1991, effetto secondario della caduta del muro a Berlino… In cambio, sentiamo dire che l’emergenza terremoto riguarda soltanto i già terremotati, che gli spagnoli crescono molto più di noi, che il nostro turismo perde posti in classifica, che la stima di una buca stradale ogni quindici metri è passata in alcune zone della Capitale al record imbattibile di tre, con ortica e mondezza per cornice. Cosa volete che vi dica, molti voi non hanno conosciuto la vituperata “Prima Repubblica”, ma vi posso garantire che si stava molto, ma molto meglio, quando si stava peggio!

Ruggero Alcanterini

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