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RIFLESSIONI DEL DIRETTORE: GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI

Mi chiedo come si possa accettare ancora il ricatto di qualcuno sui resti carbonizzati duemila anni fa delle sventurate vittime del vulcano più pericoloso del modo, il Vesuvio. Lui, il Vulcano e speculare a Pompei, la Città simbolo della meravigliosa travagliata storia dell’intera umanità che, insieme ad Ercolano e Stabia, ricorda a tutti quanto effimera sia la presenza dell’uomo rispetto all’energia incommensurabile del Pianeta . Insomma, mentre l’Italia e il mondo cercano di riscattarsi e di garantire a tutti il diritto di erudirsi, di compenetrarsi della bellezza, della storia, ma anche del monito che proviene da tanta potenza distruttiva; mentre si cerca di ottimizzare l’Italia del Turismo attraverso una proposta qualificata delle sue risorse culturali, ancora dobbiamo rincorrere i veti di chi difende rendite di posizione “bancarellare” attorno ai principali monumenti del Paese. Non voglio entrare nel merito della burocrazia medievale, che regola queste attività con tutte le conseguenze del caso, ma voglio affermare l’idea che nessuno può arrogarsi il diritto di impedire l’ingresso, assediare i visitatori di queste aree “sacre”… E’ proprio il caso di gridare di nuovo : “Via i mercanti dal Tempio!”. Mi ricordo ancora che, quando una trentina di anni fa andai a Pompei, non vi trovai da dormire, fui stordito dalla ridondanza del Santuario formicolante di pellegrini e stupito trovai all’ingresso degli scavi i “sediari” e i venditori di patacche che tediavano i turisti, ne più ne meno come accadeva agli avventurosi del Grand Tour nel Settecento e Ottocento. E’ inutile proclamare Palermo Capitale Italiana della Cultura per il 2018 e poi vedersi rifiutare la Stazione Ferroviaria e l’alta velocità, che da Roma a Pompei traferirebbe milioni di visitatori in più, rendendo straordinariamente efficace l’idea che la sicurezza si debba accompagnare con l’ammodernamento dei sistemi. Peraltro, per Pompei si stanno utilizzando fondi europei vincolati a controlli molto fiscali e ben maggiori del milione destinato a Palermo dal Ministero, ben più certi degli aiuti destinati ai terremotati dal 24 agosto in poi. La cosa paradossale è che proprio in materia di sicurezza le ferrovie pagano pegno con la sentenza di ieri sul disastro di Viareggio e che per limitare l’inquinamento da fumi e polveri sottili in gran parte dell’Italia, a rischio multa UE per oltre un miliardo, occorrerebbe proprio implementare il trasporto su ferro…

Linda Di Benedetto

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