Guai ai vinti! Corsi e ricorsi, questa è la prima cosa che mi viene in mente. Dopo il risultato referendario della notte scorsa. E non voglio fare tanto ricorso a quanto narrato da Tito Livio sulla vicenda, che coinvolse il Gallo Brenno e il Romano Furio Camillo, nel 386 a.C., quanto al discorso di Benedetto Croce all’Assemblea Costituente, appena sessantanove anni fa, quando si pronunciò contro la ratifica del Trattato di Pace di Parigi da parte dell’Italia, nella veste di sconfitta, dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. L’atteggiamento vessatorio nei confronti dei perdenti non sempre paga, ma soprattutto appaga i peggiori sentimenti dei vincitori. Di quello che accadde nel 1947, di quel “trattato” avvelenato dal rancore e dopato dall’avidità, tutti ne subiscono ancora le pesanti conseguenze e non soltanto gli italiani. Quindi, adesso che le idee sono più nette, se non chiare e comunque che il nostro storico Senato è sopravvissuto, lavoriamo tutti insieme e con fair play per mettere ordine al nostro futuro!
Ruggero Alcanterini
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