È partito ieri mattina il collaudo del Tmb di Guidonia Montecelio che a regime, tra quattro settimane, tratterà al giorno 320 tonnellate di rifiuti romani. Il collaudo, annunciato da tempo, come prevedibile è partito tra le polemiche. Il sindaco di Guidonia, Mauro Lombardo, è sul piede di guerra: “Non smetterò di ribadire la contrarietà della città a questa apertura. I motivi del dissenso sono tanti e da anni esplicati in modo puntuale dalle Associazioni impegnate a tutela del nostro ambiente, non ultima la presenza della discarica ancora non bonificata a pochi metri dall’impianto e con interferenze che non ci lasciano tranquilli”. E per questo Lombardo ha fatto sapere: “Convocherò un incontro con la Regione Lazio e con l’Arpa Lazio per chiedere spiegazioni sull’utilizzo dei pozzi deputati alla salvaguardia ambientale in vista della bonifica della discarica che risulta siano stati trasformati per esigenze industriali del nuovo impianto”. L’impianto nella fase di collaudo raccoglierà 37 tonnellate al giorno di tarquale (scarto indifferenziato) ma da quando andrà a regime, all’incirca dal 20 febbraio, partirà una corsa contro il tempo per conferire i residui del trattamento. Il 50 per cento dei rifiuti che verranno lavorati nel Tmb di Guidonia, infatti, dovrà avere uno sbocco in discarica e, al momento, l’unico sito operativo nel Lazio è quello di Albano Laziale per cui, però, è prevista la chiusura definitiva al più tardi per il 27 febbraio.
Motivo per cui Ama dovrà cercare altri siti. Intanto l’azienda capitolina ha licenziato il piano industriale che prevede 700 milioni di investimenti nei prossimi cinque anni. La prospettiva è riportare in utile i bilanci dal 2024/2025 e arrivare al 60 per cento di raccolta differenziata entro il 2028. Per raggiungere gli obiettivi, tra le altre cose, è previsto un investimento di 41 milioni di euro sul decoro, che contempla l’acquisto di mezzi elettrici leggeri per la pulizia delle piazze della movida e delle stradine del centro storico. Inoltre sono previsti veicoli dotati di telecamere e sensori in grado di segnalare in tempo reale micro discariche o buche stradali. E sono stati programmati investimenti per 26 milioni di euro per la realizzazione di Domus ecologiche: una struttura dedicata in cui gli utenti possono conferire in maniera differenziata accedendo tramite una carta verde (green card) consegnata da Ama. Il sistema consentirà di tracciare i conferimenti e il cittadino pagherà in base alla qualità del conferimento.
Ieri, il Direttore generale di Ama, Andrea Bossola, nel corso dell’audizione alla commissione Ambiente del Campidoglio, presieduta dal consigliere del Pd, Giammarco Palmieri, ha infatti spiegato: “Abbiamo individuato le nuove modalità di raccolta – ha detto Bossola -, le aree per il Porta a porta e quelle con raccolta stradale. Investiremo molto sul Pap innovativo, abbiamo presentato soluzioni come le Domus ecologiche, su cui investiamo 26 milioni di euro. Verranno investiti immediatamente altri milioni di euro per estendere il servizio delle Utenze non domestiche. Ci sarà la raccolta stradale a campana: abbiamo fatto un’installazione di prova. Le campane non hanno il problema di essere a destra o sinistra ma hanno un braccio rotante, sono campane di ultima generazione, dovremo raggiungere il conferimento digitalizzato, vogliamo arrivare alla tariffa corrispettiva che sostituisca la Tari, che è una tassa. Il principio dominante è: chi meglio differenzia meno paga e meno pagherà. Il materiale differenziato – ha concluso – genera un costo per la raccolta ma anche il ricavo nella reimmissione a riciclo, questo consente di abbassare la tariffa a chi differenzia”.
Il tutto in una città in cui la produzione procapite di rifiuti ammonta a 602 chilogrammi l’anno e in cui, però, la percentuale di differenziata – rispetto alle altre capitali europee, è più alta. “Roma ha una produzione procapite di 602 chili ad abitante, è seconda solo a Firenze ma per i flussi turistici superiori nel capoluogo toscano – ha spiegato Bossola -. L’aumento della raccolta differenziata è un punto cruciale del piano industriale di Ama. Ho detto che su questo punto Roma va meglio di Parigi, Londra e Berlino, non intendevo che la facciamo meglio ma intendevo che il dato statistico della differenziata di Roma è più alto (45 per cento, ndr) a fronte di Londra che ha il 33 per cento, Parigi il 25 per cento, Berlino il 32 per cento e Madrid il 39 per cento Questo per dire che le metropoli hanno più difficoltà rispetto ai piccoli Comuni”.
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