LETTERA DI NATALE CON I “SUPERADULTI” E TANTO FAIR PLAY – E sì, sento di dovermi rivolgere contemporaneamente a chi governa lo sport tra Palazzo Chigi e il Foro Italico, di mandare questa nota, non solo piena di buoni propositi, ma soprattutto ricca di buone notizie . Non sono più in età da letterina, ma da lettera, perché collocato tra i “superadulti” con il bonus scientifico, quello che allunga la vita e restituisce giovinezza, insomma sono tra quelli che hanno trovato finalmente la formula dell’elisir. Naturalmente non si tratta di un segreto, ma della condivisione sostenibile , dal costo davvero minimo, di una combinazione di elementi empatici a cominciare dalla motivazione fondamentale, quella dello stare insieme. Care amici , non vi sto raccontando dell’Isola che non c’è, ma del festoso incontro tra gli “accademici” dell’ANCS (Accademia Nazionale di Cultura Sportiva) cui ho partecipato ieri, quasi in una successione onirica , dopo il FAIR PLAY DAY del 31 ottobre al Salone d’Onore al Foro Italico, il Festival Internazionale della FICTS con il Ministro Bussetti a Milano, il 16, la Giornata Mondiale del Fair Play a San Marino, il 17 , il Congresso Europeo del Fair Play a Bruxelles dal 21 al 24 , la China World Football Expo a Pechino, dal 29 novembre al 2 dicembre, la Roma Fitness con la fantastica rievocazione dei XVII Giochi Olimpici 1960 con l’Ultimo Tedoforo, Giancarlo Peris, l’ 8 dicembre, infine il lancio della segnaletica e dell’attenzione da riservare agli SPORTIVI IN STRADA, dal Comune Fair Play di Castelnuovo di Porto, smart e coeso intorno alla rinascente Rocca Colonna, simbolo del Bel Paese e dell’ottimismo della volontà, lo stesso giorno. Deus ex machina dell’avvenimento di ieri, 12 dicembre, e del Movimento che riprende il tema centrale dello sport come cultura, uno degli eredi in linea diretta di visionari delle scienze motorie, di quelli che da sempre, dai tempi di Oberman, tre secoli fa, sono riusciti e riescono a coniugare il fascino dell’agonismo con le pari opportunità, ovvero ottenendo l’esaltazione del ruolo sociale dello sport, come fattore educativo e di aggregazione. Lui, appunto, è Michele Panzarino, prof. con cattedre a Tor Vergata, emulo, allievo ed amico di fenomeni come Zamagni, Dal Monte, Pica… e quindi anche a me vicino per condivisione piena e consolidata della causa fair play. E gli altri? Gli altri, tra dirigenti, istruttori, consulenti e assistenti un tutt’uno, come uno straordinario esercito articolato in coorti , tra Roma e il resto dall’Italico Stivale. Insomma, una scolta avanzata di quel che siamo certi comunque avverrà nel bel mezzo di questa fase epocale dal profilo strano, incerto. Una situazione in cui per assurdo il bene primario è quello del PIL e del pareggio di Bilancio, in omaggio obbligato agli euroburosauri, indipendentemente dallo stato di salute del Paese, assediato dal degrado e dai disservizi. Quindi, la risposta alle incertezze, non probabile, ma certa, esemplificativa, ci viene proprio dall’Accademia Nazionale di Cultura Sportiva, una compatta e proattiva compagine iniziale di cinquemila personaggi in maglietta rossa e da ieri con il resto (tute, felpe, borse, filosofia di vita…) coordinato nel cuore e nella fantasia. Dunque, ad un tiro di schioppo dalla Villa dei Papi, in riva al cratere allagato dell’antico vulcano laziale, si è anche festeggiato un connubio ormai stretto tra “superadulti” e promotori dei valori certi dello sport, quelli che si rifanno all’etica dei comportamenti e traducono nella pratica quotidiana, ai principi del rispetto verso se stessi e gli altri, che osservano e suggeriscono con il proprio esempio un corretto stile di vita. Per questo, ieri, i quattrocentocinquanta vivacissimi “accademici”, con lo staff dell’ANCS e la presenza straordinaria della campionessa paralimpica ed artista, Annalisa Minetti, si sono riuniti nel gioioso convivio, dopo aver percorso il perimetro del Lago di Albano e aver svolto quegli esercizi collettivi, propedeutici alla nuova disciplina dello “Skymano” (toccare il cielo con le dita) che molto li accostano agli scandinavi e in particolare ai danesi della DGI – ISCA , capaci di mettere in campo anche cinquantamila protagonisti alla volta, sull’onda emotiva policroma e poli-musicale della ginnastica generale. E concludo la lettera: “Cari Amici, noi vi siamo vicini, magari con qualche opinione modesta ed opinabile, ma intanto ci organizziamo e compatti tiriamo dritto, perché – come dicono gli antichi proverbi – l’unione fa la forza e chi fa da se fa per tre !”
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