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Cronaca

Prof. Massimo Carlini (Presidente SIC): “Le mani del chirurgo restano fuori dal corpo dei pazienti: con la chirurgia robot-assistita prosegue la rivoluzione avviata con la laparoscopia”

“Nel 2010 a Pisa venne eseguito il primo trapianto al mondo di pancreas con l’ausilio di un sistema robotico. Oggi grazie questa tecnologia vengono eseguiti routinariamente molti interventi oncologici, per esempio di prostatectomia radicale, con un progressivo impiego nelle patologie urologiche e ginecologiche e un’ulteriore estensione ai tumori di pertinenza della chirurgia generale (stomaco, colon-retto, fegato, ecc). Tutte le recenti pubblicazioni scientifiche tendono a confermare come la robotica sia sempre più importante in ambito chirurgico, pur comportando un sensibile allungamento dei tempi operatori e un aumento dei costi complessivi.

Negli ospedali e nei poli universitari italiani oggi sono presenti quasi 200 robot, di cui 21 soltanto nelle strutture sanitarie romane. Perlopiù si tratta del sistema “Da Vinci”, prodotto dalla società Intuitive e composto da una console attraverso la quale il chirurgo trasmette dei comandi a delle braccia automatizzate. Lo specialista riesce così a operare con maggiore precisione e accuratezza: per il paziente ciò comporta, come in laparoscopia, meno dolore e cicatrici, nonché tempi di recupero più brevi. Inoltre, la chirurgia assistita dai robot può essere utilizzata per eseguire procedure altrimenti poco praticabili – al cervello, al cuore o alla colonna vertebrale – che richiedono una precisione ai limiti delle capacità umane.

Grazie alla chirurgia laparoscopica e a quella robot-assistita, di fatto, le mani del chirurgo “escono” dal corpo del paziente, in un percorso dall’interno all’esterno che sta letteralmente rivoluzionando il modo in cui vengono eseguiti gli interventi. Gli sviluppi futuri sono tutti orientati in questa direzione: esattamente come il pilota inserisce le coordinate per tracciare la rotta e affidare ai sistemi automatici la navigazione aerea, così presto il chirurgo espleterà il settaggio e fornirà alla macchina le istruzioni necessarie, per poi dedicarsi alle attività di monitoraggio e di intervento umano. La realtà aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale applicate in ambito chirurgico potranno sempre di più rappresentare un fondamentale ausilio per chi ogni giorno è chiamato a salvare vite umane.”

E’ quanto dichiara il Presidente della Società Italiana di Chirurgia, prof. Massimo Carlini

redazione

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