In una sala gremita della Casa del Parco, immersa nella stupenda cornice della Sughereta di Pomezia, si è svolta ieri la presentazione ufficiale dell’Ecomuseo Lazio Virgiliano. “Rappresentiamo un faro, una luce da accendere perché in ogni luogo del nostro territorio ci sia quella consapevolezza sulla quale si fonda ogni forma di attività nell’interesse generale” – ha esordito così Giuseppe Montalbano, il presidente dell’Ecomuseo – “un territorio ricco di storia, di cultura ma anche di grandi risorse ambientali ed umane. L’Ecomuseo Lazio Virgiliano è il nostro modo di prenderci cura del luogo dove abitiamo nel suo contesto di appartenenza con la coscienza di essere parte di un tutto. Esso, come previsto dalla legge della Regione Lazio 2017 n. 3 (della quale siamo stati promotori), non ha muri ma è all’aria aperta. Non sottrae beni culturali ai luoghi dove sono stati creati, ma si propone come strumento di riappropriazione del proprio patrimonio culturale da parte delle comunità locali.” Giosuè Auletta, noto studioso di storia locale, autore di importanti libri e Coordinatore dell’Ecomuseo, ha voluto sottolineare il significato delle parole “Lazio Virgiliano”. Egli ha dichiarato:
“Esse identificano il territorio dell’area metropolitana di Roma che corrisponde al paesaggio che si vede dall’alto di Monte Cavo (Vulcano laziale) guardando a sud ovest verso il mar Tirreno. Fu il poeta Virgilio, duemila anni fa, a descrivere questo territorio/paesaggio come un grande teatro della Natura, del Mito e della Storia descrivendolo, negli ultimi sei Libri Eneide, con lo sguardo della Dea capace di vedere le sue trasformazioni nello spazio e nel tempo. L’Ecomuseo che oggi qui presentiamo si ispira ai principi della Convenzione Europea del Paesaggio adottata dal Consiglio d’Europa nel 2000 e ratificata dall’Italia nel 2006. La convenzione europea riconosce che il paesaggio è un bene comune in quanto si tratta di un elemento importante per la qualità della vita dei cittadini nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori di grande qualità, ma anche in quelli degradati, nelle zone considerate eccezionali come in quelle della vita quotidiana. L’Ecomuseo Lazio Virgiliano – ha poi affermato Auletta – di fatto, è nato il 25 maggio 2004 in occasione della Giornata Mondiale della Latinità quando 1500 bambini e bambine, ragazzi e ragazze provenienti dai luoghi del Lazio Virgiliano, andarono in Campidoglio, con i loro insegnanti, a presentare le loro scoperte sul territorio. Alla presenza di numerosi assessori del comune di Roma, della provincia di Roma, dell’Unione Latina (organizzazione internazionale di cui ero consulente), chiesi ai ragazzi di ringraziare la persona che ci aveva permesso di fare una entusiasmante esperienza di ricerca. Migliaia di cappellini volarono in cielo tra gli applausi quando pronunciai il nome di Virgilio”.
Giampiero Castriciano, presidente dell’Associazione CPPS e membro del Consiglio Direttivo dell’Ecomuseo, ha illustrato come lo scopo sociale dell’Ecomuseo Lazio Virgiliano sia quello di far conoscere, tutelare e valorizzare questo patrimonio di beni naturali e culturali con progetti educativi, itinerari, percorsi di visita innovativi e sistematici, nell’ambito dell’area metropolitana di Roma, che integrano la storia della Capitale con il territorio delle sue origini latine. “Esso è uno strumento in più – ha continuato – per combattere la barbarie attuale che in nome di un falso progresso e della speculazione edilizia sta distruggendo immani tesori storici, naturalistici, risorse rinnovabili e perfino la memoria e la storia di un’intera popolazione. Un percorso affascinante che vuole coinvolgere attivamente le associazioni, le istituzioni e soprattutto la collettività. Quando questa prenderà coscienza degli straordinari valori di cui è depositaria sarà essa stessa a scoraggiare e sconfiggere qualunque barbaro tentativo di distruggere il passato e il futuro di intere generazioni”.
Barbara Oliva del Consiglio Direttivo, in maniera sintetica ma efficace, ha illustrato la sua esperienza che l’ha condotta ad abbracciare il progetto dell’Ecomuseo nel quale sta lavorando con fiducia ed entusiasmo. Entusiasmo che ha trasmesso alla platea dei presenti tanto da sollecitare tra questi la dedica di una poesia, L’infinito di Giacomo Leopardi, sonetto che bene raffigura la sostanza e la forma dell’Ecomuseo.
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