Quattro persone arrestate e 18 indagati. E’ questo il bilancio della maxi operazione “Ontario” condotta dagli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, partita da una segnalazione venuta dal Canada, che ha portato all’arresto di 4 persone e alla denuncia di altre 18 per detenzione e distribuzione di materiale pedopornografico.
Coinvolta anche la provincia di Latina, a finire in manette un 25enne di Aprilia; un 46enne di Bologna; un 31enne di Napoli e un 30enne impiegato provincia di Torino.
Tra gli indagati ci sono invece diversi lombardi di Bergamo, Mantova, Monza e del Pavese. Alcuni di questi soggetti, in particolare tre degli indagati, erano gia’ noti per precedenti specifici in materia.
L’indagine è iniziata lo scorso anno ma tra marzo e giugno, ha portato al sequestro di 26 smartphone, 7 computer portatili e 18 hard disk con una capacità di 10 terabyte.
In tutto sono state trovate oltre 20mila immagini tra video e foto pedopornografici, per lo più materiale vecchio che gira da anni in rete. Gli scambi avvenivano attraverso un’app di messaggistica per smartphone legale che però, come spesso accade in questo tipo di reati, era utilizzata come piazza virtuale mascherando la propria identità servendosi di connessioni libere in strada o accedendo al wi-fi di persone ignare.
Gli investigatori hanno analizzato 15mila connessioni per individuare la rete di presunti pedofili. Prima di poter arrivare alla «stanza» per lo scambio di materiale bisognava fare «anticamera», ovvero attendere il permesso da parte di altri membri che avevano segni distintivi (la foto e lo status) per essere riconosciuti nella comunità.
Rischiano fino a 6 anni per la distribuzione di video e foto che ritraggono bambini anche costretti ad atti sessuali.
«In un momento politico in cui si parla tanto di ripristino della lagalità – dichiara la dott. Yasmin Abo Loha, segretario generale ECPAT (organizzazione internazionale impegnata a difendere i bambini e gli adolescenti dallo sfruttamento sessuale) – non possiamo che essere fieri di chi come la Polizia Postale da sempre svolge un ruolo fondamentale nella lotta alla pedopornografia E’ fuori discussione che chi commetta questo genere di reati debba ricevere una condanna. Questo appaga l’opinione pubblica, ma non risolve il problema. La soluzione, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è la prevenzione. Di questa operazione, dovremmo tutti preoccuparci delle vittime ritratte. Non dimentichiamo che spesso il materiale lo autoproducono i ragazzi oppure inconsapevolmente alcune immagini, anche innocue e non necessariamente a sfondo sessuale sono pubblicate e condivise da genitori e parenti. ECPAT da oltre 10 anni incontra studenti, genitori ed insegnanti proprio per educarli o rieducarli ad un uso consapevole ed intelligente delle tecnologie contemporanee».
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