Francamente mi dissocio da questa storia che si ripete, come una maledizione nella calura insopportabile, come ennesimo e più devastante incendio della miriade, i cui inneschi sono tutti colposi o peggio dolosi per mano disumana. Speravamo nella tempesta imperfetta e invece qualcuno si adoperato, aggiungendo quel che serviva per perfezionarla. E adesso che il Governo del Paese è azzoppato, ridotto in cocci alla ordinaria provvisoria attività, mentre gli organi parlamentari sono stati sciolti, con la contestuale convocazione delle Elezioni Politiche per il 25 settembre, a far festa sono quelli che pregano Dio di non lavorare e di non doversi caricare di responsabilità, quelli che zavorrano il sistema e remano contro a prescindere, riducendone mostruosamente efficienza e produttività. Così, decadono tutti i disegni di legge in itinere, compreso lo storico tentativo di introdurre lo sport in Costituzione. Assistiamo impotenti al trionfo del parassitismo e della burocrazia senza scampo. Vanno in malora iniziative virtuose, eventi strategici, mentre pregiudichiamo l’esito di altri. Procrastiniamo gli orrori prodotti negli ultimi trent’anni, allungando all’infinito i tempi, sino al non ritorno, per il Bel Paese. Abbiamo già una quantità di elettori in libera uscita, che aumenteranno la loro disistima nel clima di inaffidabilità e disagio, che mette irrimediabilmente in discussione proprio i partiti, come la stessa politica generata nell’inarrestabile progressivo degrado della seconda/terza repubblica, conseguenza della artata disintegrazione della prima. Non c’è un solo giudizio positivo su quello che è accaduto. Diversamente, ci sono lo sconcerto, la ricerca disperata di una via di uscita e lo scaricabarile delle giustificazioni, che non assolve nessuno. Adesso, con la drastica riduzione dei numeri per Camera e Senato, sarà ancora più improbabile affidare il mandato parlamentare in mani sicure, venendo meno un verosimile rapporto territoriale tra candidati ed elettori. Infine, guardandoci intorno, spingendo lo sguardo sino agli estremi orizzonti, ci accorgiamo della desolazione, della carenza culturale, della scarsità dei talenti, in conseguenza della penuria di vocazioni. La vera politica è praticamente morta da anni ed il continuo rinnovarsi degli incarichi a premier non parlamentari, ma tecnici, lo conferma. Adesso ci tocca la pantomima estiva per eleggere obtorto collo i nuovi affidatari dei patri destini: Papete Satan! la maledizione estiva non ci molla.
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