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Orsa JJ4, Ecoitaliasolidale: “Chiediamo di non procedere con la condanna a morte”

L’Orsa  JJ4 presunta responsabile dell’aggressione  il 5 aprile del runner trentino Andrea Papi nei boschi sopra Caldes in Val di Sole ha perso la libertà essendo stata catturata, insieme ai due dei tre  cuccioli di  due anni di età che sono stati liberati dopo la cattura.

Il suo destino, secondo l’ordinanza del presidente della Provincia è di essere abbattuta, una condanna a morte sospesa momentaneamente  dal Tar di Trento venerdì scorso.

Ora i giudici amministrativi hanno chiesto anche il deposito del parere favorevole all’abbattimento da parte dell’Ispra, l’istituto statale che ha l’ultima parola sulla sorte delle specie animali protette, ma che si era già espresso in modo favorevole .

Probabilmente oggi si saprà se effettivamente sarà confermata l’uccisione dell’orsa, oppure la possibilità da parte di Enti, Regioni o Parchi  di adottare JJ4, “senza comportare spese a carico della Provincia di Trento o dello Stato”.

Vogliamo ancora una volta manifestare la vicinanza alla famiglia di Andrea Papi, ma non condividiamo le   misure da adottare per arginare le aggressioni da parte degli orsi nei boschi del Trentino.

È quanto dichiarano in una nota Cinzia Caruso, Responsabile Dipartimento Difesa e benessere degli animali di Ecoitaliasolidale ed il Presidente Nazionale, Piergiorgio Benvenuti.

Non è con la condanna a morte dell’orso che ha aggredito il runner nel Trentino, con l’abbattimento degli esemplari “problematici” o il trasferimento in massa di almeno 70 esemplari che si risolvono i problemi e l’equilibrio con l’uomo nei boschi del Trentino.  Sarebbe per noi opportuno ad esempio – proseguono gli esponenti di Ecoitaliasolidale- eliminare subito il divieto nel nostro Paese a poter utilizzare lo spray “anti orso”,  strumento legale ed in uso in altri Paesi e nei grandi parchi mondiali dove vivono i plantigradi. Una pratica che potrebbe garantire l’incolumità di forestali,  residenti e turisti nei confronti dell’orso nelle zone dove la presenza è maggiore e dove si dovrebbe comprendere anche come mai è sfuggito di mano il progetto Life Ursus di ripopolamento da parte delle autorità locali.

E’ necessario garantire la sicurezza di coloro che vogliono vivere momenti di libertà nei boschi senza correre rischi e proprio per questo è bene autorizzare ed assicurare strumenti di “difesa” come lo spray urticante, percorsi sicuri magari con impianti sonori di allontanamento, un programma di informazione sulle migliori metodologie da adottare in caso di incontro ravvicinato con l’animale.

Ribadiamo che esemplificare con soluzioni ad effetto, come la condanna a morte di JJ4  -concludono Caruso e Benvenuti- non giova a nessuno, né all’uomo e neanche all’equilibrio ambientale.

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