Sono fini alla sbarra tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri di Palermo, importante azienda operante nel settore della cantieristica navale del mondo e fondata nel 1959.
Rinviati a giudizio dal gip di Palermo Cesare Vincenti per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime. Il processo comincerà il 2 novembre davanti alla quarta sezione monocratica del Tribunale di Palermo.
Secondo le accuse infatti Luciano Lemetti, Antonio Cipponeri e Giuseppe Cortesi non avrebbero adottato le giuste precauzioni previste dalla legge per la lavorazione dell’amianto, causando così la morte di 10 operai e gravi lesioni ad altri 5.
Gli operai della Fincantieri avevano raccontato delle situazioni precarie in cui erano costretti a lavorare nello stabilimento, le attività lavorative venivano svolte senza mascherine e le polveri di amianto raccolte sul pavimento venivano semplicemente spazzate e non smaltite con le apposite cautele.
Mancava inoltre anche il servizio di lavaggio delle tute e così le mogli degli operai che le lavavano in casa venivano inevitabilmente a contatto con le polveri velenose e in alcuni casi si sono ammalate.
Davanti al GUP i familiari delle vittime si sono costituiti parte civile. Comincerà il 15 gennaio davanti al giudice monocratico il settimo processo agli ex vertici Fincantieri accusati del decesso, nel corso degli anni, di centinaia di operai ammalati di mesotelioma pleurico e asbestosi per contatto con fibre di amianto. Solo uno dei procedimenti è definitivo, mentre gli altri sono ancora in corso.
L’Ona, attraverso l’avvocato Ezio Bonanni, ha già attivato numerosi procedimenti civili a tutela delle numerose vittime dei diversi cantieri navali di Fincantieri, da quello di La Spezia a quello di Monfalcone, senza dimenticarci di Castellammare di Stabia.
Coloro che hanno lavorato nei diversi cantieri navali della Spa Fincantieri e che, a causa dell’esposizione ad amianto, si sono ammalati, hanno diritto alla rendita e all’integrale risarcimento di tutti i danni e, in caso di decesso, la rendita di reversibilità deve essere costituita a favore del coniuge e debbono essere risarciti tutti i danni. Le rendite, le prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto, i benefici amianto per i prepensionamenti sono invece considerati indennizzi piuttosto che risarcimenti. La complessità di questi aspetti rende necessaria un’assistenza legale specializzata.
Chiunque abbia subito danni riconducibili all’amianto (Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza n. 24217/2017) hanno diritto al risarcimento dei danni (sia patrimoniali che non patrimoniali). I ritardi nella bonifica e gli effetti lungolatenti delle patologie amianto correlate potrebbero causare ingenti danni nel futuro, che dovranno essere integralmente risarciti alle vittime. Anche i famigliari delle vittime hanno diritto al risarcimento dei danni, sia quelli diretti (subiti in prima persona) che indiretti (in qualità di famigliari della vittima).
L’Ona ha costituito lo Sportello amianto online per le vittime Fincantieri per assicurare loro la più ampia tutela dei diritti, estesa anche ai famigliari. Per ottenere l’assistenza medica e legale, del tutto gratuita, è sufficiente rivolgersi allo sportello amianto Ona onlus attraverso il link: https://www.osservatorioamianto.com/sportello-nazionale-amianto/
Dott.ssa Sara Rapisarda
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