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PER NON DIMENTICARE: ALLA FARNESINA PRESENTAZIONE DELL’ATLANTE DELLE STRAGI NAZI FASCISTE

LO SCORSO 6 APRILE ALLA FARNESINA HA PRESENTATO UFFICIALMENTE L’ATLANTE DELLE STRAGI NAZISTE E FASCISTE IN ITALIA

L’Atlante storico delle stragi naziste e fasciste in Italia, 1943-1945 è frutto di un importante accordo fra Italia e Germania. Promosso dall’ANPI e dall’INSMLI, il progetto è finanziato dal Ministero degli Esteri della Repubblica Federale tedesca sul “Fondo italo-tedesco per il futuro”, nell’ambito delle raccomandazioni suggerite dalla Commissione storica italo-tedesca, e ha visto al lavoro per oltre due anni 120 ricercatori su tutto il territorio nazionale.

L’Atlante mira a tracciare un quadro geografico esaustivo di tutte le violenze su persone inermi, che abbiano portato alla morte di almeno una vittima, perpetrate dagli occupanti tedeschi e/o dai fascisti repubblicani. È composto da una banca dati georeferenziata, da schede monografiche su ogni episodio, da testi contenenti la ricostruzione storica dei fatti, corredati da materiale fotografico, il tutto consultabile on line a partire dal 7 aprile 2016 sul sito http://www.straginazifasciste.it/. L’obiettivo è anche quello di giungere a un computo il più possibile esatto del numero di vittime (oltre 23.000).La ricerca ha censito tutte le vittime con tanto di immagini e testimonianze. Le regioni in cui sono state registrate più vittime sono state: la Toscana e l’Emilia Romagna. Proprio in questo territori si sono verificati gli episodi più noti, come: Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e Padule di Fucecchio. A queste regioni seguono: Piemonte (2.792), Veneto (2.383), Campania (1.409), Friuli Venezia Giulia (1.076), Lazio (1.035, l’episodio più clamoroso, le Fosse Ardeatine), Lombardia (1.024) e Abruzzo, le cui vicende erano meno note (903). Nella maggior parte dei casi, le vittime venivano causate a seguito di un rastrellamento e solo in rarissimi casi in caso di rappresaglia. Per le vittime dei fascisti, nella maggior parte di casi si trattava di renitenti alla leva e solo in pochi casi di disertori.

Linda Di Benedetto

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