(Adnkronos) – Quello della televisita "è un percorso che è stato attivato per una patologia, la sclerosi multipla. Ma una volta individuati i concetti principali, può essere replicato sicuramente in altre condizioni neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e le demenze, soprattutto alla luce dell'istruzione di nuovi farmaci che attendiamo". Così Mario Zappia, ordinario di Neurologia e direttore della Clinica Neurologica dell'Aou Policlinico 'G. Rodolico' – San Marco di Catania, nella sua relazione all'evento in cui sono stati presentati i risultati dell'indagine 'Stato dell'arte e prospettive per la telemedicina nella gestione dei pazienti con sclerosi multipla', relativa al progetto EcoSM (Ecosistema digitale di assistenza e monitoraggio del paziente con sclerosi multipla), realizzato grazie alla collaborazione tra la Società italiana di neurologia (Sin), Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e Biogen. Spiegando l'esperienza del progetto pilota realizzato nella clinica di Catania, Zappia ricorda che "l'idea nasce all'inizio della pandemia per avvicinare i pazienti ai centri clinici, ma abbiamo voluto vedere quale fosse la fattibilità della progettualità. Si è trattato di capire come si fa la visita a distanza, se può sostituire la visita ambulatoriale e quando. Sappiamo che – precisa il neurologo – diagnosi e comunicazione della diagnosi devono essere in presenza. Con lo studio pilota abbiamo quindi validato il concetto di televisita e quantificato gli aspetti sovrapponibili alla visita in presenza e no. Altri aspetti di non minore importanza riguardano la fattibilità della telemedicina nella pratica, dalle questioni tecnico-legali come la privacy agli aspetti tecnologici, alla formazione per l'accesso e alla condivisione dei contenuti da parte dei vari attori che si adoperano attorno alla persona con sclerosi multipla. A conclusione di questo progetto pilota era naturale pensare a un'esperienza a livello nazionale e la notizia dell'onorevole Loizzo sulla mozione è la conclusione un percorso che trova una sponda a livello istituzionale". Questa prima fase pilota del progetto EcoSM, "che ci ha visti coinvolti grazie alla collaborazione tra Sin, Biogen Italia e AiSDeT (Associazione italiana sanità digitale e telemedicina) – continua Zappia – è stata un utile banco di prova per guidare l'evoluzione del progetto su scala nazionale e ha permesso di evidenziare i punti chiave su cui concentrare il nostro lavoro di analisi e riflessione operativa, per identificare prospettive concrete di integrazione della telemedicina nei percorsi di gestione dei pazienti con sclerosi multipla. Il manuale di fattibilità che è scaturito dall'esperienza pilota – aggiunge lo specialista – descrive le ragioni strategiche, le modalità organizzative, le infrastrutture tecnologiche e i costi relativi a un progetto di telemedicina e di 'connected care' destinato alle persone con sclerosi multipla. Mi auguro che questo lavoro possa orientare percorsi di telemedicina più allargati su scala nazionale, sia nell'ambito della sclerosi multipla, sia di altre malattie croniche ad alta complessità". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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