Abbiamo incontrato Michela Langella di Nettuno. In un paio d’ore ci ha reso partecipi della sua vita, mostrandoci un mondo parallelo sconosciuti ai molti. Michela è affetta da sclerosi sistemica, il suo corpo produce troppo collagene, la sua pelle è sottile e dura, delle ulcere hanno martoriato le sue mani, troncando alcune delle sue dita. Aveva 17 anni, quando ha cominciato il suo calvario, accusando strani sintomi. La sua pelle si andava man mano trasformando, il suo volto cominciava a cambiare e da lì è iniziato il suo tracollo. Ulcere sul bacino, sulle gambe, sui piedi e sulle mani, hanno cominciato a nutrirsi della sua pelle e delle sue ossa. Il dolore lancinante, delle notti insonni raccolta in preghiera, sperando che il dolore finisse è durato per anni. I continui ricoveri ospedalieri, le numerose diagnosi che stabilissero cosa la stesse distruggendo, l’hanno portata a desiderare più volte di morire.
Michela scrive della sua malattia:
“Se fosse un animale sarebbe un piranha…e se fosse un colore sarebbe il nero più profondo e inquietante possa esistere…Quando si ha a che fare con un ulcera .. qualsiasi zona del corpo essa tocchi.. qualsiasi estremità colpisca …tutto il contesto quotidiano si rimette ad essa…si inginocchia alla sua dominante invadenza..”
Poi ci racconta un episodio triste con gli occhi velati. Agli inizi del male aveva un bar ed una donna le ha lasciato il resto, vedendo le sue mani fasciate e distrutte, ma poi ad un tratto si riprende e sorride e dice “Ha pagato una Viennetta 50mila lire”.
Così, provata dal dolore è arrivata al peso di 40 kg, voleva gettarsi dalla finestra, ma l’affetto immenso della sua famiglia e dei suoi amici l’hanno salvata, insieme alle cure di un medico. Il dottor Girardelli, che ha voluto con tutto se stesso che Michela tornasse a vivere, iniziando un percorso di cure sperimentali. La prima infusione l’ha mandata in shock anafilattico. Ma si è ripresa e ne ha provata un’altra, che era adatta al suo organismo. Da lì ha cominciato a riprendersi, la sua prima vittoria ci confida è stata, riuscire a mettersi la biancheria intima da sola, una conquista perché la malattia: “ti toglie ogni dignità”. Ci sono voluti 10 anni perché la Sclerosi le desse tregua. È stata bloccata, stordita dalle cure ma è sempre lì che si annida, tenuta a bada dalle terapie che Michela, affronta ogni mese per 4 giorni.
Michela è molto bella e solare, dispensa sorrisi e consigli con grande altruismo alle sue compagne di viaggio, affette dal suo stesso male. Alcune non ci sono più la Sclerosi le ha sopraffate nel corpo e nello spirito, stroncando di netto le loro vite. Ci mostra delle foto di queste donne bellissime, irriconoscibili e martoriate. Lei le porta nel cuore e continua ad aiutare, chi il destino ha deciso di condannare con questo male. Ce ne sono diverse qui sul Litorale, alcune di loro non riescono ad accettarlo e nascondono la loro malattia alle famiglie, per paura di essere isolate. Nella società dell’apparire anche una malattia può diventare motivo di emarginazione. Michela ha 44 anni, ed è seguita dalla “Lega Sclerosi Sistemica” di cui è testimonial, ha un compagno dal 2006, che ha scelto il suo sorriso ed i suoi occhi luminosi ed ha un lavoro che l’appaga dove è insostituibile. Frequenta dei corsi di pilates e ha dipinto in un periodo delle sua vita, centinaia di angeli cherubini, che ha donato. Li ha visti in sogno che l’abbracciavano salvandola. Ringraziamo Michela della sua preziosa testimonianza, sperando di incrociare di nuovo, il suo sorriso contagioso pieno di speranza e vita.
Costa sta succedendo nella casa più spiata d'Italia: Helena verso l'addio al Grande Fratello? Tutta…
Dopo essere stata eliminata da X Factor 2024, Lowrah torna sui social e con un…
Striscia la Notizia torna all'attacco di Affari Tuoi e tira in ballo i trend, definiti…
Alberto Matano come non l'avete mai visto: il giornalista beccato così a Ballando con le…
Maria De Filippi ha richiamato Mario Cusitore al centro dello studio, lo stesso cavaliere dopo…
Scintille a Uomini e Donne, Tina e Gemma questa volta sembra quasi che stavano arrivando…